LA CONQUISTA DEL LIBANO

LA CONQUISTA DEL LIBANO

 

E in Libano che sta succedendo?

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Contestualmente alle stragi eseguite a Parigi fra il 7 e il 9 gennaio da jihadisti di matrice qaedista, l’ Islamic State of Iraq and Sham” (ISIS) ha proclamato la nascita dello Stato Islamico di Qalamoun esteso fra le montagne di Zabadani e Halayem, vicino ad Arsal, città di frontiera con la Siria.

Per ribadire la conquista del Libano, il giorno successivo agli attentati in Parigi, due giovani libanesi di fanno esplodere nel quartiere alawita a Tripoli di Libano, dove dal 2012 infuria lo scontro fra i sunniti wahabiti del quartiere Bab al-Tabbaneh e gli sciiti alawiti di Jabal Mohsen. Il Fronte al-Nusra, attivo in Sira e vicino a ISIS, rivendica l’operazione che consente al Califfato di estendersi dalla provincia irachena di Diyala ad Aleppo in Siria e proseguire fino a Beirut. I due kamikaze libanesi facevano parte delle migliaia di militanti del Fronte infiltratisi nel corso del 2013 in Libano.

Le montagne di Qalamoun

Le montagne di Qalamoun

La nuova zona conquistata è governata da due emiri. Abu Malik al-Talli, del Fronte, e Abu al-Walid al-Maqdisi, di ISIS. Favoriti dall’assenza del Governo libanese, Al-Nusra sta creando un’Autorità con proprie leggi e percorsi sicuri per rifornirsi dalla vicina Siria di armi, veicoli militari e benzina per i combattenti.

Privo da sette mesi del Presidente, il Libano si sta dividendo in aree per linee settarie.

In pratica, ci sono zone controllate da: Hez’b Allah, da subito vicino alla Siria e all’Iran; sunniti del movimento dell’ex Premier Saad Hariri, legato all’Arabia Saudita; milizie druse, pronti a saltare sul carro del vincitore; cristiani maroniti vicini a Hezb’Allah; sunniti wahabiti di Tripoli obbedienti all’Arabia Saudita; jihadisti di al-Nusra e ISIS, che possono attingere proseliti da formazioni combattenti disgregate.

E’ in atto una guerra civile nella quale in realtà si scontrano la “mezzaluna sciita” di Iran, Siria ed Hezb’Allah, e l’ “asse sunnita” guidato dall’ Arabia Saudita che finanzia, addestra e arma l’”opposizione moderata” alla Siria.

A questo scenario vanno aggiunte la longa manus della Turchia, interessata alla caduta del Presidente siriano, e le formazioni del Califfato, che si arricchiscono di foreign fighters e gruppi combattenti rimasti senza leadership.

Fra questi ultimi gruppi emerge Fatah al Islam, creato nel 2006. Già operante in seno alla Palestinian Liberation Organization (PLO) e in Fatah con la denominazione di Fatah Intifada, si era distaccata da Arafat dopo gli Accordi di Olslo del 1993, per raggiungere prima la Siria e poi il Libano, dove era conosciuta come Fatah Uprising.

Uno degli esponenti, Al Abssi, abbandona il gruppo insieme a 400 – 500 militanti operanti nel campo profughi libanesi di Sabra e Shatila dopo che la leadership del movimento aveva consegnato all’Intelligence locale due dei suoi combattenti e ripara nei campi profughi del Nord, a Baddaq e Nuhr al-Bared, con il nome di Fatah al Islam. Movimento nazionalista e radicale, nei campi addestra oltre 20 mila rifugiati e abbandona il nazionalismo stingendo rapporti con il gruppo jihadista di matrice qaedista guidato da Abu Musub e con ISIS, attivi in Iraq. Nel 2007 Fatah al Islam attaccò l’Esercito libanese che aveva fatto un’irruzione nei campi alla ricerca dei responsabili di una rapina in banca. L’assedio durò 4 mesi durante i quali i campi vennero devastati con un bilancio di 400 morti, di cui 170 militari e numerosi civili. Nel 2008, dopo l’uccisione di Al Abssi, Fatah al Islam si trasferì con il nuovo leader, Abdul Rahman Awad, nel campo del Sud Libano di Ain-el- Helwan.

Fatah al Islam eseguì attentati contro l’Esercito libanese e lanciò razzi contro le truppe USA dislocate nel Sud del Libano, Israele e Damasco fino a quando la maggioranza dei componenti nel 2009 andò a ingrossare le formazioni di al-Nusra e ISIS.

Attualmente fa parte delle organizzazioni che insieme ai gruppi fuoriusciti dalla “opposizione moderata” contro Assad militano in seno a ISIS e al –Nusra.

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