NUOVO (VECCHIO) AFGHANISTAN

NUOVO (VECCHIO) AFGHANISTAN

 

La nuova situazione in Afghanistan dopo l’elezione del presidente Ashraf Ghani…nulla di nuovo sotto al sole….gli USA praticamente sono i padroni militari dell’Afghanistan per evitare che i talebani tornino a conquistare il potere, magari con l’aiuto dell’ISIS….

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini           

Asharaf Ghani

Asharaf Ghani

Dal 29 settembre il nuovo Presidente dell’Afghanistan è Ashraf Ghani, già Ministro delle Finanze e Rettore dell’Università di Kabul dopo gli studi alla Columbia University di New York.

Dopo uno stallo politico di tre mesi per le accuse di brogli da parte dell’altro candidato, Abdullah Abdullah, l’intervento del segretario di Stato John Kerry ha consentito un accordo che prevede, accanto al Presidente, la nuova figura politica del Capo Esecutivo che guiderà il Consiglio dei Ministri nominandone gli esponenti.

Preceduto da attentati dei Talebani a Ghozni nel Sud-Est con un assalto al distretto di Ajristan e successive autobombe vicino alla capitale, Ashraf Ghani il giorno dopo l’insediamento ha firmato il decreto per la nomina a Chief Executive Officer di Abdullah per un Governo di Unità Nazionale. Unità che non sarà facile.

Entrambi hanno promesso durante la campagna presidenziale la discontinuità rispetto al passato e assicurato tutela per giovani e donne e lotta alla corruzione per una giustizia uguale per tutti i cittadini. Promesse che dovranno misurarsi con i rispettivi serbatoi di voti provenienti soprattutto da leader di formazioni armate, esponenti religiosi, rappresentati delle comunità locali ed etniche in considerazione dell’etnia pashtun del primo e di quella tajika del secondo.

In comune Ghani e Abdullah hanno il nemico: i telebani, che dopo aver fatto sentire la loro voce con gli attacchi immediatamente precedenti all’insediamento del Presidente, si preparano a una guerra di lunga durata. Sicuramente i talebani non gradiscono la firma che il giorno dopo l’insediamento, il Presidente ha apposto all’ ”Accordo di Cooperazione sulla sicurezza e la Difesa”. Quell’Accordo che Hamid Kharzai, di fatto Presidente del Paese per 13 anni, non ha voluto firmare per lasciarne il fardello politico al suo successore.

Hamid Karzai

Hamid Karzai

Certamente l’Accordo presenta un aspetto positivo: USA e altri “Paesi donatori” assicurano 4 miliardi di dollari l’anno dal 2015 al 2024, cifra che moltiplica interessi poco trasparenti e non sempre in linea con le necessità della popolazione. In sintesi, l’ ”Accordo” consegna il Paese nelle mani degli USA e, in minore misura, agli altri “Paesi donatori”.

I punti salienti sono almeno quattro.

A) Dopo il 31 dicembre 2014, gli USA manterranno nel Paese 10 mila militari e un numero imprecisato di “contractors” per addestrare, equipaggiare e sostenere “le Forze di sicurezza nazionali”.

Gli USA inviano in maggioranza Forze per operazioni speciali in “missioni di contro-terrorismo” utilizzando droni, elicotteri da combattimento e caccia bombardieri, come fatto in passato, sollevando le consuete lamentele dei locali esponenti politici, le inchieste sui “danni collaterali” e il proseguimento delle operazioni.

B) I militari devono avere “pieno rispetto per la salvezza e la sicurezza degli afghani ANCHE nelle loro case”. Che, tradotto in chiaro, significa che i soldati USA continueranno le irruzioni nelle abitazioni private anche senza plausibile motivo.

C) Ove il secondo punto non fosse chiaro, nel terzo più esplicitamente si consente che “gli Stati Uniti abbiano l’esclusivo diritto di esercitare la giurisdizione sui propri militari che commettano qualsiasi reato criminale o civile” nel Paese. Tutela che si estende anche ai “contrators”

D) Gli USA sono autorizzati a utilizzare e ampliare le infrastrutture necessarie per le attività da svolgere, tra cui i loro punti ufficiali di imbarco e di sbarco, sette basi aeree (Bagram, Kabul, Kandahar, Shendad, Herat, Mazar-e-Sharif, Shorab) e 5 terrestri (Toorkham, Spinboldak, Toorghundi, Hairatan,, Sherkan Bandar), tutti siti nei quali sono autorizzati a custodire equipaggiamenti e materiali militari.

John Kerry

John Kerry

Il nuovo Presidente subito dopo ha firmato anche l’ “Accordo tra Afghanistan e NATO sullo “status delle Forze”, non dissimile dal primo. Così Il Paese autorizza la presenza di altri 4 – 5 mila militari, per la maggioranza britannici, italiani, tedeschi e turchi.

Con questo inizio è probabile che la guerra continui anche per la posizione geostrategica dell’Afghanistan sia per il conflitto in Medio Oriente che ne coinvolge l’intera Regione compreso l’Iran, sia per la crisi in Ucraina che registra il confronto USA/NATO con la Russia e il suo alleato: la Cina.

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