L’lSI (Inter-Services Intelligence)  in Pakistan. Influenza dell’ISI in altri contesti regionali.2.

L’lSI (Inter-Services Intelligence) in Pakistan. Influenza dell’ISI in altri contesti regionali.2.

Continua una sintetica analisi dell’influenza dell’ISI pakistana in varie regioni strategiche: Balcani, Asia…

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

 (l’articolo precedente è stato pubblicato il 25 settembre 2014)

Il ruolo dell’Inter-Services Intelligence pakistano è di particolare importanza e deriva dal fatto che l’Agenzia è incaricata di gestire operazioni segrete al di fuori del Pakistan. Il servizio è nato in linea di principio con una funzione Indo-centrica: infatti, l’ISI fornisce armi, addestramento, consulenza e pianificazione logistica ai così detti “terroristi” nel Kashmir e nelle zone di frontiera a nord-est dell’India.

Manifestazioni per l'indipendenza del Kashmir

Manifestazioni per l’indipendenza del Kashmir

La guerra del 1965 nel Kashmir è stata il primo banco di prova dell’ISI, con risultati non proprio soddisfacenti. Quando iniziò la guerra, ci fu un vero e proprio crollo del comparto intelligence a livello inter-Agenzia, poiché fino a quel momento le risorse dei servizi si concentravano quasi totalmente sul fronte interno. L’Agenzia si dedicava esclusivamente al controllo degli oppositori politici. Le capacità dell’ISI in materia d’intelligence esterna e militare erano così limitate che all’inizio della guerra indo-pakistana le sue stazioni e gli operativi non riuscivano nemmeno a individuare le forze nemiche.

Per comprendere le ragioni del collasso del sistema bisogna fare un passo indietro. L’ISI, fino alla metà degli anni Sessanta, è stata profondamente coinvolta nella politica interna, mettendo in secondo piano quelle competenze in materia d’intelligence esterna che avrebbero fatto la differenza nel caso di un conflitto. Con la nascita del regime militare nel 1958, è stata posta sotto il controllo dell’allora ministro della difesa, e in seguito presidente, Ayub Khan. Dal momento della proclamazione del regime militare, i Servizi informativi caddero sotto il controllo diretto del Presidente e iniziarono una sorta di competizione interna per dimostrare la loro fedeltà al Presidente e al suo governo. In particolare l’ISI fu coinvolta sempre più attivamente nella politica interna dal generale Yahya Khan. Il Servizio segreto ebbe, infatti, un ruolo importante in particolare nel Pakistan orientale, dove si temeva che l’opposizione al governo centrale avesse maggiore possibilità di rafforzarsi.

Con l’avvento alla direzione dell’ISI da parte di Hameed Gul sul finire degli anni Ottanta, il Servizio segreto pakistano riacquistò una buona efficienza. L’approdo di Hameed Gul a tali strutture avvenne come conseguenza del sodalizio che Hameed aveva stretto durante la sua carriera nell’esercito con il generale Muhammad Zia-ul-Haq che lo aveva già voluto direttore generale del Directorate for Military Intelligence (DGMI).

Il Presidente Muhammad Zia-ul-Haq  decora il generale Shamim_Alam_Khan_

Il Presidente Muhammad Zia-ul-Haq decora il generale Shamim_Alam_Khan_

L’invasione sovietica dell’Afghanistan fece del Pakistan un territorio d’importanza geostrategica fondamentale. Nel giro di pochi giorni Islamabad assunse una valenza rilevante nel confronto silente tra gli USA e l’Unione Sovietica. L’aggressione sovietica offrì al Paese e, conseguentemente, all’ISI una nuova opportunità per dimostrare i progressi fatti sul fronte delle operazioni esterne, offrendo assistenza militare ai combattenti Afghani.

L’Agenzia svolse, con l’aiuto americano, attività di monitoraggio, fornendo consulenza e sostegno ai mujahidin. Integrando le capacità d’intelligence con quelle delle forze speciali dell’esercito (Special Service Group) l’ISI ha contribuito a guidare operazioni di guerriglia in Afghanistan contro l’Armata rossa. L’Agenzia ha addestrato circa 83.000 Afghan mujahideen tra il 1983-1997 inviandoli in patria attraverso quelli che vengono chiamati i territori tribali[1]. Il contributo che l’ISI ha pagato per questa sua attività al fianco degli Afghani è stato quello di subire raid da parte dei sovietici contro le basi dei mujahidin all’interno del Pakistan.

Anche dopo la fine dell’invasione sovietica il Servizio di Islamabad ha continuato il suo ruolo di ingerenza nei confronti di Kabul partecipando attivamente alla locale guerra civile, sostenendo i talebani nella loro lotta contro il governo Rabbani. Ufficialmente, quest’appoggio ai talebani è terminato dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001; tuttavia, nel corso di quel conflitto si è avuto molte volte il sospetto che elementi dell’ISI continuassero ad aiutare i combattenti talebani. Di forte rilevanza è che, più volte negli anni del conflitto in Afghanistan, la CIA abbia compiuto ricognizioni attraverso l’utilizzo di UAV (Unmanned Air Vehicle) e vere proprie incursioni per mezzo di droni UCAV (Unmanned Combat Air Vehicle) nei cieli pakistani. La stessa operazione Neptune Spear, condotta il 2 maggio 2011 dalle forze speciali americane dei Navy Seal, che ha portato all’uccisione di Osama Bin Laden, è avvenuta in territorio pakistano senza che i vertici dell’ISI ne fossero a conoscenza producendo forti tensioni diplomatiche, almeno a quanto è stato dato sapere e annunciato nei media.

L’impegno dell’ISI negli anni Novanta non si è limitato solo all’Asia Centrale e Meridionale l’Agenzia ha sostenuto gli scontri armati in Bosnia, Kosovo e Macedonia, attraverso la formazione e l’invio di militanti islamici nelle regioni con il compito seminare il caos ed esacerbare le tensioni etniche, in seguito al disgregarsi della Jugoslavia. Un’operazione che a suo tempo ha avuto il sostegno dei Servizi segreti britannici e americani. Pratica che si è ripetuta in teatri come la Cecenia allo scopo di indebolire i Russi e favorire l’inserimento degli Attori occidentali nella corsa allo sfruttamento dei giacimenti del Caucaso.

images-1Nel corso degli anni la collaborazione con gli Stati Uniti ha prodotto sviluppi interessanti per il Servizio pakistano. La CIA, per un periodo ha finanziato tramite l’ISI organizzazioni terroristiche contrarie al regime scita in Iran come il gruppo denominato Jundullah o Jondollah (جندالله, Soldati di Dio) meglio noto come People’s Resistance Movement of Iran (PRMI). Un’organizzazione militante con sede in Baluchistan, una regione del Pakistan appena oltre il confine con l’Iran (dove è una parte della Terra dei Baluchi), che sosteneva di combattere per i diritti dei musulmani sunniti in Iran. Presumibilmente fondata da Abdolmalek Rigi che è stato catturato e giustiziato in Iran nel 2010, si ritiene che possieda un numero di militanti che va dai 700 ai 2.000 uomini armati di stanza presumibilmente in campi che sono in territorio pakistano. Il gruppo ha inoltre stretti legami con Al Qaeda.

(continua)

Bibliografia:

Altaf Gauhar, “How Intelligence Agencies Run Our Politics” in The Nation, 1997.

Armughan Javaid, “Role of the Military in Politics in Pakistan”, 1997.

Bindanda M. Chengappa ,“The ISI Role in Pakistan’s Politics” in Strategic Analysis, Vol. XXIII No.11, 2000.

Human Rights Watch Staff, “We Can Torture, Kill, or Keep You for Years. Enforced Disappearances by Pakistan Security Forces in Balochistan”, in Human Rights Watch, 2011.

IBP USA Staff, “Pakistan Intelligence, Security Activities & Operations Handbook”, 2006.

Kranti Kumar Sharma, “How to retaliate against this proxy-war”, Nuova Delhi, 1997.

Pike John, “Directorate for Inter-Services Intelligence”, in Federation of American Scientists, 2008.

Priyaranjan Bharati, “In This Way, The Net of ISI is Spread”, Nuova Delhi, 1994.

Raman B. “Pakistan’s Inter-Service Intelligence”, in South Asia Analysis Group, 2006.

Sunil Sharma, “This Secret Agency’s Name is Infamous” Nuova Delhi, 1994.

Waldman Matt, “The Sun in the Sky: The Relationship between Pakistan’s ISI and Afghan Insurgents”, in ‘Crisis States Working Papers’ per ‘Crisis States Research Centre’, London School of Economics and Political Science Series no.2, no. 18, 2010

[1] Le Aree tribali di amministrazione federale o FATA (Federally Administered Tribal Areas, in pashtu مرکزي قبایلي سیمې, in urdu قبائلی علاقہ جات) costituiscono una suddivisione del territorio pakistano compresa tra il confine afghano e la Provincia della Frontiera Nord-occidentale del Pakistan. Queste zone sono nominalmente amministrate dal governo federale Pakistano ma de facto controllate dalle diverse tribù Pashtun che le abitano.

©www.osservatorioanalitico.com – Riproduzione riservata

Lascia un commento