Potenzialità e opportunità dell’UE nella lotta ai radicalismi La democrazia partecipata: una ricetta per contrastare il terrorismo

Potenzialità e opportunità dell’UE nella lotta ai radicalismi La democrazia partecipata: una ricetta per contrastare il terrorismo

Bramshill (Hampshire, UK) dove vengono tenuti i corsi di formazione del progetto ISDEP

Bramshill, dove vengono tenuti i corsi di formazione del progetto ISDEP

Da tempo la Commissione Europea per gli Affari Interni ha lanciato con vari partners un interessante programma per formare persone particolarmente attente che possano evitare la radicalizzazione degli estremismi…in parole povere comprendere quando un/una giovane reagisce ad un disagio sociale o personale decidendo di entrare in gruppi estremisti. In questo periodo si parla molto dei giovani europei jihadisti. Il programma ISDEP della UE va proprio nel senso di prevenire e in ultima analisi anche aiutare chi è entrato in un gruppo estremista e non ha la forza o la possibilità di uscirne.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Come John Fitzgerald Kennedy affermò in un suo famoso discorso presso l’American University il 10 Giugno del 1963: “…il nostro più elementare legame è che tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta, respiriamo la stessa aria, ci preoccupiamo per il futuro dei nostri figli, e siamo tutti mortali…”.

Gli estremismi di cui siamo testimoni in questi giorni radicalizzano l’odio tra culture diverse. Questi radicalismi non vanno solo contrastati tramite i normali canali investigativi, ma soprattutto utilizzando un approccio più particolareggiato, in grado di esplorarne in profondità i meccanismi genetici.

Le nuove metodologie operative che le organizzazioni terroristiche sviluppano, si stanno adattando alle risposte nel campo della sicurezza sviluppate dall’Europa e dall’Occidente. Questa evoluzione è stata ampiamente dimostrata dall’analisi degli attentati del 25 dicembre del 2009 sul volo Amsterdam-Detroit e di quello dinamitardo di Stoccolma, in Svezia. Inoltre i tragici eventi dell’Isola di Utoya in Norvegia e quelli del 24 maggio scorso al Museo Ebraico in Bruxelles hanno dimostrato la necessità di rispondere a tutte le forme di estremismo, compresi gli attacchi del cosiddetto “attore solitario”.

La nuova strategia delle organizzazioni terroristiche si è estesa oltre che all’ambito operativo soprattutto a quello del reclutamento. Uno di questi esempi più palesi si è incarnato nel cosiddetto “Boia dell’ISIS”. L’MI5, l’agenzia britannica deputata al controspionaggio e alla sicurezza interna, sembra aver, infatti, identificato Abdel Majed Abdel Bary, ex rapper londinese di 23 anni, come l’esecutore materiale delle efferate decapitazioni apparse in due distinti video dei reporter Foley e Sotloff.

L’aumento del radicalismo violento ha perciò determinato la necessità di rafforzare le capacità istituzionali nel rispondere a tali minacce. Proprio queste esigenze risponde il progetto ISDEP (Improving Security By Democratic Participation), finanziato e supportato dalla Commissione Europea, Direzione Generale degli Affari Interni, nell’ambito del programma di prevenzione e contrasto al crimine. L’obiettivo del progetto è il miglioramento della sicurezza attraverso una partecipazione democratica, con il contributo attivo della società nell’individuazione di elementi generanti forme di estremismo. Questo concetto affonda le radici nella strategia antiterrorismo della Commissione Europea.

La linea della Commissione in materia di sicurezza mira a prevenire le affiliazioni a gruppi terroristici, affrontando i fattori e le cause profonde che possono portare alla radicalizzazione e al reclutamento d’individui da parte di organizzazioni terroristiche in Europa e a livello internazionale, attraverso un meccanismo definibile come human approach, elemento che fa dei rapporti umani la chiave di volta di qualsiasi iniziativa a favore della sicurezza

Vi è consapevolezza del fatto che i catalizzatori dell’estremismo ideologico non sono solo politica e religione, ma soprattutto le condizioni del welfare state, che polarizzano in modo esponenziale verso organizzazioni terroristiche il disagio sociale. Gli addetti in prima linea, a livello di agenzie d’intelligence e le istituzioni, si trovano ad affrontare quindi una realtà polimorfa che può essere costituita da comunità isolate o da individui che si trovano nella posizione ideale per essere reclutati nelle fila delle varie organizzazioni terroristiche.

Da questi processi e da una forte campagna di indottrinamento ideologico è nato l’ISIS (الدولة الإسلامية في العراق والشام, al-Dawla al-Islāmiyya fī al-ʿIrāq wa al-Shām, a volte tradotto come Stato Islamico dell’Iraq e della Grande Siria) che, evolutosi da alcune cellule di Al-Qaeda, si è mostrato militarmente, operando con successo in Siria dove mantiene il controllo della provincia di Raqqa. Tra il 2012 e l’estate del 2013 ha condotto una serie di attacchi di tipo complesso, con lo scopo di liberare dalle prigioni elementi addestrati alla guerriglia, facenti parte dell’insorgenza irachena, durante il periodo di occupazione americana, e integrandoli nei propri ranghi, con l’obbiettivo di destabilizzare e delegittimare il governo centrale … raggiungendo, alla luce degli avvenimenti attuali, il compito prefissato.

Di conseguenza, vi è una crescente necessità di rispondere alla sfida ideologica diffusa dal terrorismo. Il progetto ISDEP si armonizza con la strategia di sicurezza interna dell’Unione Europea, che non può essere raggiunta tramite l’isolamento dal resto del mondo, ma contrapponendo agli estremisti, siano essi religiosi o politici, operatori molto qualificati e in grado di poter riconoscere in modo diretto e concreto i comportamenti forieri di azioni nocive per la sicurezza.

Per garantire valide e durature soluzioni nei confronti delle minacce, si deve lavorare a stretto contatto con i professionisti operanti nelle istituzioni, i quali affrontano per primi le minacce operative derivanti dagli estremismi e devono perciò essere supportati tramite un un’importante lavoro di prevenzione che forse solo il progetto di contenimento della radicalizzazione organizzato dalla Commissione Europea può fornire.

Grazie alla diffusione di un’attenta scienza della sicurezza e della tolleranza culturale, i vari attori saranno in grado di assicurare una maggior protezione nei confronti della società a tutti i livelli. Se pur guidato dall’associazione britannica Chief of Police, il progetto ISDEP non è solo un’iniziativa legata agli organi di polizia. Essa lavora in modo congiunto con un vastissimo ventaglio di partner provenienti da otto Stati membri dell’Unione Europea e il coinvolgimento delle maggiori università del Continente.

In definitiva rispondere e sfidare l’ideologia attraverso i meccanismi di human approach che garantiscano la salvaguardia degli individui esposti ai pericoli di radicalizzazione, potrebbe rappresentare l’unico vero metodo per creare una sicurezza, che difficilmente può essere ottenuta con mezzi coercitivi e repressivi, ma che si guadagnerebbe con più benefici attraverso una concreta opera di prevenzione.

©www.osservatorioanalitico.com – Riproduzione riservata

Altri dettagli su questo progetto:

http://www.dearmas.it/articolo.php?articolo=56

Bramshill

Bramshill

Lascia un commento