Strategia mediorientale. Strategia sunnita. Strategia sciita. Destabilizzazione con le milizie dell’ISIS/ISIL che non trovano opposizione. Al Qaeda fu l’inizio? Forse non abbiamo capito il vero significato dell’abbattimento delle Torri Gemelle.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

La mattina del 21 giugno le International Security Forces (ISF)irrompono in diversi alberghi di Beirut e arrestano 17 persone segnalate dall’intelligence locale come terroristi dell’ISIS/ISIL in procinto di compiere un attentato kamikaze. Obiettivo sarebbe stato il Presidente del Parlamento, lo sciita di Amal, Nabih Berri.

syria-jahbat-al-nusra-front

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Poche ore dopo, a un check-point della Polizia libanese lungo la strada per Damasco, lo stesso Capo dell’ISF scampa a un attentato suicida che provoca 30 feriti.

E’ il Libano il prossimo Paese nel quale ISIS intende portare la guerra iniziata in Iraq e Siria e da almeno due anni proseguita a bassa intensità anche in Libano? La mappatura dell’Emirato Islamico diffusa da ISIS lascia pochi dubbi.

Il costituendo Emirato si estenderà dal Nord della Siria e senza inglobare il Sangiaccato di Alessandretta [1]né il confine turco toccherà il Libano per poi costeggiare la frontiera giordana e consolidare le conquiste nel Nord e Centro dell’Iraq fino a prenderne la capitale.

Secondo ma non secondario fattore è la forte presenza sciita di Hezb’Allah che sin dall’inizio della crisi siriana svolge un conflitto a bassa intensità contro i sunniti a Tripoli, nel Nord del Paese, nella valle della Beqaa, a Beirut e a Sud. Hezb’Allah inoltre ha destinato migliaia di combattenti in Siria contro tutti i gruppi di opposizione armata e contro le formazioni jihadiste tra le quali ISIS.

In questo quadro, Sayyed Hassan Nasrallah, Segretario Generale del movimento sciita, ha annunciato che manderà in Iraq, per proteggere i loro luoghi sacri, un numero di militanti almeno cinque volte superiore a quello finora dispiegato in Siria. E sa che i suoi militanti troveranno anche Muqtada al Sadr, il quale, ritiratosi dalla vita politica nel febbraio 2104, ha ripreso la guida dell’Esercito del Mahdi e delle Brigate al Sadr, mai disciolte.

Il Segretario Generale ha seguito l’invito del Grande Ayatollah Alì Sistani a tutti i fedeli a combattere ISIS e i jihadisti sunniti che stanno devastando moschee e siti religiosi sciiti.

Nasrallah concorda anche con l’esortazione di Sistani a superare nel campo sciita ogni antagonismo tra le due più importanti scuole: quella irachena pietista di Najaf e Kerbala, che separa la religione dalla politica, e quella di Qom, iraniana del Vilayat al-Faqi, che vuole la supremazia della Guida Suprema religiosa anche sul Governo.

Si aggiungono poi alla fragilità libanese numerose situazioni negative.

Moktada Al Sadr

Moktada Al Sadr

La crisi siriana ha esasperato lo scontro fra le due principali forze politiche: la coalizione del 14 Marzo con il leader ed ex Premier Saad Hariri, sunnita e vicina all’Arabia Saudita, e quella del 14 Marzo che riunisce i cristiani maroniti del Generale Aoun ed Hezb’Allah.

Confronto sfociato in scontri armati in tutto il Paese che mostra limiti nel comparto sicurezza indebolito anche dai numerosi attentati eseguiti dai jihadisti di Abdullah Azzam lungo la frontiera siro-libanese, a Beirut e nel Sud a prevalenza sciita.

A Ein al Helwah, a Saida (Sidone), il più grande campo profughi palestinesi, in questi giorni il gruppo qaedista Fatah al Islam esegue omicidi mirati contro quadri di Fatah e provoca disordini. Inoltre, dell’imponente di flusso di 500 mila profughi e sfollati siriani fanno parte anche 52 mila palestinesi andati ad aggiungersi ai 450 mila profughi palestinesi che dal 1948 vivono in 12 campi. Da maggio il Governo non accetta più profughi palestinesi provenienti dalla Siria e a quelli arrivati non verrà rinnovato il permesso di soggiorno.

Una grave situazione economica provoca nel Paese continui scioperi generali e acuisce l’instabilità del quadro politico che ancora non riesce a eleggere il nuovo Presidente in sostituzione di Michel Suleiman il cui mandato è scaduto il 25 maggio 2014.

Anche il 18 giugno la settima votazione del Parlamento per l’elezione del Presidente è saltata per la mancanza del necessario numero dei presenti, solo 63 su 128. Il Capo dell’Assemblea Nabih Berri ha fissato al 2 luglio un’altra sessione.

I lavori del Parlamento sono boicottati dalla Libera Corrente Patriottica di Michel Aoun che aspira alla carica presidenziale ed è appoggiato anche da Hezb’Allah.

Il fine è quello di trovare un candidato di compromesso purché cristiano maronita come prescrive la Costituzionale che assegna anche il Parlamento agli sciiti e il Governo ai sunniti.

Quando si presenteranno a ISIS condizioni più opportune?

[1] Ora Iskenderun, nella regione dell’Hatay, turca.

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