GOVERNO DI UNITA’ NAZIONALE IN PALESTINA. POSIZIONE ISRAELIANA

GOVERNO DI UNITA’ NAZIONALE IN PALESTINA. POSIZIONE ISRAELIANA

Lo stato dell’arte per Palestina e Israele. Il rapimento dei tre giovani coloni israeliani. Una sintesi della situazione dei partiti in Israele. 

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Il leader di Hamas, Meshal, e Abu Mazen

Il leader di Hamas, Meshal, e Abu Mazen

Il 3 giugno a Ramallah il nuovo Governo di Unità Nazionale guidato e formato esclusivamente da tecnici ha giurato e potrà preparare le elezioni previste nel dicembre 2014, le prime dopo la vittoria elettorale del movimento islamico Hamas nel gennaio 2006. Vittoria che suscitò l’ostracismo della Comunità Internazionale e della stessa Autorità Nazionale Palestinese uniti nell’ostacolare i tentativi per un Governo guidato da Hamas e con il Partito laico Fatah. Si arrivò alla divisione tra Gaza Streep e Cisgiordania dopo lo scontro fra i militanti delle due formazioni con un bilancio di 438 morti, 260 di Fatah e 178 per Hamas.

La grande maggioranza della popolazione palestinese spera che questa volta l’ennesimo tentativo di riconciliazione abbia successo anche se non mancano critiche da parte del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina che lamenta il proseguimento della cooperazione di sicurezza con Israele le cui Forze, lo stesso giorno del giuramento dell’Esecutivo, hanno ucciso un palestinese a Nablus portando a 60 il numero dei morti dal luglio 2013, data in cui ripresero i negoziati. Nello stesso periodo dalla Striscia di Gaza sono stati esplosi 150 razzi contro le colonie israeliane vicine alla Striscia senza danni a persone e cose.

In reazione, Israele continua a trattenere tasse e diritti doganali per 100 milioni di dollari al mese di pertinenza dell’ANP e ritirati da Tel Aviv secondo gli Accordi di Parigi del 1995; a eseguire raid in tutti i Territori Occupati; a costruire nuove colonie per altre 3.300 unità abitative in Cisgiordania e Gerusalemme Est come ha annunciato il Premier Benjamin Netanyahu; a sostenere la necessità dell’immediata annessione dell’area C che costituisce il 60% della Cisgiordania come propone da qualche tempo il Ministro dell’Economia Naftali Bennet. Non mancano richiami del Premier all’Europa e alla Comunità Internazionale perché evitino qualsiasi forma di riconoscimento del nuovo Governo di cui fa parte Hamas, che è nell’elenco delle organizzazioni terroriste.

Rami Hamdallah

Rami Hamdallah

Vi sono anche segnali positivi. Il Presidente statunitense ha invitato il Primo Ministro dell’ANP, Rami Hamdallah, a Washington nel mese di giugno per incontrarlo, assicuragli riunioni con esponenti del Congresso e funzionari governativi e promettere di continuare a collaborare con il Governo. Straordinaria valenza ha anche l’incontro dell’8 e 9 giugno a Roma fra i Presidenti di Israele Shimon Peres e dell’ANP Mahmoud Abbas propiziato dal Papa per la pace.

Un evento occorso il 12 giugno rende ancora più instabile e a rischio il neo-nato Governo. Nella notte, nei pressi di Allon Shvut, nel blocco coloniale di Etzion fra Bethlehem ed Hebron, sono scomparsi tre giovani coloni israeliani, due sedicenni, Giliad Shàher e lo statunitense Naftali Frankel, e il diciannovenne Eyal Yifiach. Migliaia di soldati e poliziotti israeliani sono alla ricerca dei giovani che secondo le Autorità israeliane sono stati sequestrati da un gruppo armato palestinese.

Le Forze di Difesa israeliane (IDF) hanno già arrestato oltre 150 palestinesi fra cui dieci parlamentari di Hamas del Consiglio legislativo Palestinese e lo stesso Presidente del CLP Abdel Aziz Dweik e il Governo si appresterebbe a deportare a Gaza i leader di Hamas presenti in Cisgiordania, demolirne le abitazioni e adottare misure punitive nei confronti dei detenuti del movimento islamico.

L’Egitto, che non ha rapporti con Hamas, sarebbe in contatto con palestinesi per cercare di liberare i tre coloni che sarebbero ancora in Cisgiordania. Intanto, dopo i raidi dell’IDF, gli ulteriori check-point e l’uccisione a Hebron di un palestinese, oltre 16 mila israeliani hanno postato su Facebook la proposta di uccidere un palestinese ogni ora fino a quando i tre ostaggi non saranno liberati.

L’ANP controlla solo il 14% della Cisgiordania occupata militarmente ed è ritenuta responsabile dell’accaduto. Episodio in merito al quale il portavoce dei Servizi di Sicurezza palestinese, Adnan al Damiri, nega ogni responsabilità dell’ANP e precisa che per le ricerche Israele non ha neppure chiesto il consueto supporto all’apparato di sicurezza palestinese. Non si può comunque escludere che un gruppo radicale e isolato palestinese. di matrice qaedista, possa avere eseguito una tale azione. Sicuramente, la vicenda avrà ripercussioni negative sul già difficile rapporto fra Tel Aviv e l’ANP.

Nel conflitto israelo-palestinese che dura dal 1948, una voce dissonante sulla posizione di Tel Aviv proviene da Mitchell Plitnick, già direttore dell’US Office of B’Tselem: The Israeli Information Center for Human Rights in the Occupied Territories e dell’Educational Policy for Jewish Voice for Peace, che fa un breve cenno storico sulla situazione.

Plitnick sottolinea come il Presidente palestinese Mahmoud Abbas abbia sempre continuato il coordinamento di sicurezza con Israele perché la caduta di sicurezza in Cisgiordania costituisce una minaccia più per l’ANP che per Israele. Poi scrive che il Premier guida la coalizione del Likud, indicandone la radici.

Il Likud fu formato da vari Partiti il primo dei quali era l’Herut Party. L’Herut Party comprendeva l’ala residuale dell’Irgun Z’Vai Leumi (National Military Organization) guidata da Menachem Begin e considerata un gruppo terroristico dai Britannici che avevano il mandato sulla Palestina.

L’Irgun era accusato di avere fatto esplodere il King David Hotel, Quartier Generale britannico, a Gerusalemme nel 1946 e di avere ucciso due anni dopo oltre cento uomini, donne e bambini a Deir Yassin. Azione in merito al quale Hannah Arendt, Albert Einstein e altre due dozzine di esponenti della comunità ebraica avevano denunziato Herut e Menachem Begin in una lettera al New York Times del 4 dicembre 1948.

L'annuncio della nascita dello Stato d'Israele

L’annuncio della nascita dello Stato d’Israele

L’Herut si confermò come quarto Partito nel Knesset eletto poche settimane dopo la pubblicazione della lettera sul Times.

Eppure, conclude Plitnick, Truman riconobbe quel Governo, così come Carter fece all’elezione di Begin nel 1977 e più recentemente George W. Busch e Barak Obama non hanno avuto problemi con la posizione ufficiale del Likud che respinge la soluzione bi-statuale, condizione che Hamas è stata più volte spinta ad accettare solo per fare parte di un Governo provvisorio.

Sul terreno la realtà è diversa da come la presenta il Premier israeliano, sostiene Plitnick. In primo luogo, l’ANP non avrà un legittimo Organo Legislativo fino alle prossime elezioni e i seggi nell’Esecutivo saranno assegnati a tecnocrati senza vincoli con i Partiti.

In secondo luogo, la legge statunitense basata sul Palestinian Anti-terrorism Act 2006 impone sospensione e ogni forma di contatto fra USA e ANP se Hamas acquisisce anche solo un seggio nel Governo. Ne deriva che al momento la situazione non si pone perché si tratta di un Governo interinale e con l’obiettivo di portare la popolazione alle elezioni dopo ben otto anni.

La posizione USA potrebbe essere in sintonia con quella della sinistra del Meretz Party, Zehava Gal-On, secondo il quale “la riunificazione tra Fatah e Hamas è essenziale…il Presidente sarà il Presidente di tutti i palestinesi… purché il nuovo Governo riconosca lo Stato di Israele, i precedenti Accordi e ponga fine a violenza e terrorismo”.

La posizione di Plitnick sarà criticata in Israele ma costituisce un contributo alla dialettica politica secondo il principio democratico di privilegiare le armi della critica rispetto alla critica delle armi.

La possibilità di una soluzione a breve – medio termine del conflitto sono prossime allo zero.

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Il giuramento del nuovo Governo di Unità Nazionale palestinese

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