STAGIONE DI ELEZIONI. L’ALGERIA A DUE VELOCITA’  E’ ANDATA AL VOTO

STAGIONE DI ELEZIONI. L’ALGERIA A DUE VELOCITA’ E’ ANDATA AL VOTO

Periodo di elezioni politiche a nord e a sud del Mediterraneo. A ‘bocce ferme’ forse comprenderemo di più. Una sintetica analisi sulla situazione in Algeria.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Il 19 aprile ad Algeri il Ministro dell’Interno Tayeb Belaiz ha comunicato la vittoria del Presidente uscente Abdel Aziz Bouteflika che ha ottenuto ottiene 8 milioni e 332.59 voti, pari all’81,53% degli 11 milioni di votanti. L’affluenza alle urne è del 51,70% dei 23 milioni di cittadini registrati al voto. I risultati definitivi saranno comunicati dal Consiglio Costituzionale. La riconferma di Bouteflika, 77 enne e al potere dal 1999, era data per certa sin dall’annuncio della sua 4° candidatura per altri 5 anni di mandato consentitogli dall’emendamento costituzionale del 2009.

Tayeb Belaiz

Tayeb Belaiz

La scelta elettorale è dunque quella dell’immobilismo di un Paese nelle mani di un centro decisionale che solo nominalmente è guidato da Bouteflika gravemente ammalato per un recente ictus che ne limita capacità di deambulazione e parola tanto da arrivare al seggio elettorale su una sedia a rotelle. Gli esponenti di rilievo che comandano il Paese in nome di Bouteflika sono i veri detentori del potere politico, economico e sociale guidati dall’asse contrale, il Fronte di Liberazione Nazionale.

Il primo è il Tenente Generale Ahmed Kaid Salah, uscito vincitore dalla guerra interna contro il Generale Mohamed Mediene “Toufik” per ventitre anni Capo dell’Intelligence Département du Renseignement et de la Sécurité.

Ahmed Kaid Salah ritiene obsoleto il Vertice securitario risalente agli anni ’90 e è riuscito a rimuovere i Generali del DRS fino allo stesso Mediene che era già stato escluso dal rapporto privilegiato con stampa, Partiti, Sindacati e Organizzazioni sociali.

Bouteflika poi affidò la campagna elettorale al secondo esponente del “gruppo dei sei”, Abdel Malek Sellah, impopolare Primo Ministro che si dimise all’inizio nel marzo 2014 per seguirne i lavori.

Nel settembre 2013, l’FNL (Fronte Nazionale di Liberazione) rimarcò la sua centralità nominando come Segretario Generale Amar Saadani, terzo del “gruppo dei sei”, senza neppure consultare il Comitato Centrale del Partito nonostante l’eletto avesse perso la Presidenza dell’Assemblea Nazione nel 2007 per gli imbarazzanti rapporti coltivati.

Ahmed Khaid Salah

Ahmed Khaid Salah

Svolge il ruolo dominante il fratello giovane del Presidente, Said che ne è consulente e rinforza sempre la sua posizione tessendo eccellenti rapporti con il Segretario generale dell’FNL, Amar Ghoul, Ministro dei Trasporti, esponente islamico e quinto del “gruppo dei sei” e promotore dell’avveniristica autostrada realizzata dalla Cina.

La forza maggiore dell’FNL e quindi di Bouteflika è paradossalmente l’opposizione incapace di attrarre bacini elettorali. Il recente movimento Baraka (Basta) nato nel 2009 dopo l’emendamento costituzionale per il IV mandato presidenziale, non riesce a catalizzare settori sociali neppure del ceto medio-basso delle grandi città anche per lo stretto controllo cui sono sottoposti i Partiti antagonisti, pur pacifici.

La sfida più pericolosa per Bouteflika è la candidatura di Alì Benflis, già Premier nel 2001 e feroce oppositore del Presidente. Benflis ripresenta il progetto di rinnovamento nazionale con indipendenza della Giustizia, pluralismo politico e libertà di stampa. E’, però, lo stesso programma che gli assegnò un modesto 6% nella precedente competizione elettorale e oggi il 12,8%.

Fra gli altri oppositori, il Partito dei Lavoratori e il recente Fronte Al Moustakbal del 2012 propongono eccellenti iniziative ma limitate a segmenti specifici:

–       il primo mira a quell’uguaglianza di genere prevista dall’articolo 29 della Costituzione e mai applicata;

–       il secondo indica come priorità un miglioramento del welfare per le famiglie più disagiate.

Non sono in grado di trasformare le istanze delle vaste masse più penalizzate in progettualità egemonica neppure le formazioni che hanno deciso il boicottaggio:

–       quelle di sinistra come il Movimento per la Democrazia e la Cultura e il Movimento per la Pace;

–       le Organizzazioni islamiche riferentisi a Ennahda pur radicati soprattutto in Kabilia.

Il Presidente algerino Bouteflika

Il Presidente algerino Bouteflika

Eppure c’è un’Algeria che si muove, produce, lavora, acquista. La nuova autostrada che attraversa il Paese lascia intravedere a Ovest migliaia di nuovi palazzi in costruzione; villaggi così estesi da confluire nelle città; aziende agricole meccanizzate per la lavorazione della terra.

A Est sorgono industrie private fra Brodj Bou Arredj e Setif: fattorie, cave, mulini, piantagioni, un’azienda che manifattura pannelli solari, condizionatori, schermi piatti per TV, cellulari e computer con oltre 6.500 dipendenti.

Dall’altra parte del Paese, a Tiemcen, un’azienda locale sta negoziando con un Gruppo europeo la delocalizzazione di nuovi impianti per la stampa offrendo salari concorrenziali (275 dollari per 40 ore settimanali) e energia a basso costo.

In Algeria sono diffuse nuove auto, aria condizionata, spettacoli, scuole private e nidi d’infanzia, scuole per cuochi professionali, linguistica, ospedali all’avanguardia come l’Al Azhar Clinic con 100 letti e uno staff di 300 dipendenti, nel Nord di Algeri a Dely Ibrahim, dove vengono curati i pazienti che le strutture pubbliche inviano.

Le accuse di brogli elettorali denunciate da Alì Benflis forse daranno luoghi a disordini.

Altre proteste possono arrivare dai giovani algerini stremati da disoccupazione, carenza di alloggi, privi di assistenza medica e di scuole, senza prospettive presenti e future.

Per ricordare che i problemi sollevati nel corso delle manifestazioni del 2011 e successive non sono state risolti e anzi…forse peggiorano.

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Benflis, oppositore di Bouteflika

Benflis, oppositore di Bouteflika

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