LIBIA SENZA TREGUA

LIBIA SENZA TREGUA

La stabilità della Libia sembra ancora molto lontana…il petrolio gioca, come in ogni altra parte del mondo, un ruolo da protagonista che si intreccia con non sopite rivalità etnico-tribali. Qualche elemento di analisi su alcuni avvenimenti.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Il 13 aprile il neo nominato Primo Ministro libico pro-tempore Abdullah al Thinni

Abdullah al Thinni

Abdullah al Thinni

ha subito un attacco di uomini armati penetrati nella sua abitazione con la sua famiglia mentre scioperi erano in corso nei settori petrolifero, sanitario, scolastico e bancario paralizzando l’intero Paese. Al Thinni ha rassegnato le dimissioni e ammesso di non essere nelle condizioni di assicurare l’ordine pubblico né di contrastare la supremazia territoriale e militare delle centinaia di milizie ribelli. Ex pilota dell’aeronautica e Ministro della Difesa, gli è stato richiesto dal Consiglio Amministrativo di ritirare le dimissioni per formare un Governo di transizione in grado di portare il Paese alle elezioni previste a fine 2014.

Il Parlamento libico ha supportato la richiesta della Commissione e assicurato che il nuovo Esecutivo potrebbe essere approvato entro una settimana anche in ragione dello stato di emergenza provocato dall’uccisione a Derna pochi giorni addietro di uno dei principali leader del movimento radicale Esercito dello Stato Islamico Abdullah bin Taher.

L’uccisione è stata eseguita proprio nel giorno in cui sarebbe dovuto entrare in vigore l’accordo fra l’Esecutivo e l’Ufficio Politico di Barqa, il movimento separatista della Cirenaica guidato dall’emergente leader Ibrahim Jadran.

L’intesa avrebbe consentito l’immediata riapertura dei porti di Zueitina e Hariga e il movimento avrebbe ottenuto in cambio:

–       la scarcerazione dei tre ribelli che a marzo avevano fornito il petrolio alla Morning Glory, la petroliera nordcoreana salpata dal porto di Sidra e ripresa dai Navy Seals statunitensi nelle acque internazionali antistati le coste di Cipro;

–       il trasferimento del Quartier Generale delle Forze di Sicurezza che proteggono gli impianti petroliferi nella cittadina orientale di Brega;

–       stipendi e arretrati per tutti i militanti che per protesta bloccano i porti;

–       la nomina di una Commissione di sei esperti per accertare le irregolarità nella vendita del petrolio.

Esportazione petrolifera che dalla Cirenaica era nell’ordine di 1,4 milioni di barili di petrolio al giorno ed è scesa dal 2011 a soli 150 mila. La tensione non si placa.

In Cirenaica e soprattutto a Benghasi sono in corso manifestazioni che paralizzano le città nel quadro di un’azione di una generale disobbedienza civile contro la violenza continua, gli omicidi, i sequestri e la devastazione di molti quartiere nei ripetuti scontro fra le opposte milizie armate.

Seif Al Islam Gheddafi

Seif Al Islam Gheddafi

Nel Paese si presenta ora lo stesso scenario anche per l’attesa apertura del processo a carico di Seif Al Islam Gheddafi, del fratello Saad estradato dal Niger, l’ex responsabile dell’Intelligence Abdullah al Senoussi, l’ex Premier Baghdadi Mohammad e 27 altri esponenti con le accuse di omicidio, sabotaggio, corruzione a numerosi altri reati.

La finestra di opportunità per una svolta nel Paese sembra chiusa ancora prima di aver dato qualche positivo segnale con l’emersione di giovani e credibili leader politici con un passato privo di compromessi. La ‘somalizzazione’ del Paese è sempre più probabile.

Il Premier ad interim non ha ancora ripreso le funzioni quando il Ministero degli Esteri ha comunicato che la mattina del 15 aprile un gruppo di uomini a bordo di due auto e con il viso coperto da passamontagna hanno bloccato il veicolo sul quale viaggiava l’Ambasciatore giordano Fawaz Altan e lo hanno sequestrato dopo averne ferito l’autista.

Abdullah Al Senoussi

Abdullah Al Senoussi

Un altro assalto contro esponenti della diplomazia sempre più bersagliata: nella capitale, all’inizio dell’anno è stato sequestrato un diplomatico egiziano; nel 2013, ad aprile un’autobomba è esplosa davanti all’edificio della rappresentanza francese ferendo due agenti, il mese successivo una bomba è esplosa nel quartiere delle Ambasciate e a giugno è stata disinnescata una bomba nascosta in una delle vetture dell’Ambasciata italiana; nel 2012, l’11 settembre, a Benghasi è stato assaltato il Consolato USA e uccisi l’Ambasciatore Chris Stevens i 4 collaboratori e una decina di agenti.

La stabilità sembra lontana.

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