Dalle ceneri della Fenice Rossa alla transizione dei sistemi informativi russi; dalla fine del KGB alla creazione dell’FSB (Federal’naja služba bezopasnosti Rossijskoj Federacii) di Putin. Parte Prima

Dalle ceneri della Fenice Rossa alla transizione dei sistemi informativi russi; dalla fine del KGB alla creazione dell’FSB (Federal’naja služba bezopasnosti Rossijskoj Federacii) di Putin. Parte Prima

Inizia oggi una sintetica panoramica dei sistemi informativi russi negli ultimi tempi. Sarà proposta in tre parti. E’ interessante per avere uno schema aggiornato di quelli che furono e sono i Servizi segreti russi…di cui Zar Putin è un esponente di primo piano. Interessanti le notazioni di Bruno Musumeci che da tempo si occupa di questo argomento.

Il Direttore Scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Un giovane Putin agente del KGB

Un giovane Putin agente del KGB

Come recitato da Vladimir Putin: “Chiunque abbia nostalgia dell’Unione Sovietica non ha cuore. Chiunque desideri che venga ristabilita non ha cervello”. Questa frase così scontata nasconde al suo interno l’innata capacità russa di leggere gli eventi in maniera intelligente, facendo comprendere allo stesso tempo come la resurrezione di un Paese e di un Popolo non possa che costellarsi di Machiavellismi atti a constatare il gattopardismo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, ovvero: che se tutto deve rimanere com’è bisogna che tutto cambi in maniera radicale. Questa condizione in Russia è stata raggiunta grazie all’eccellenza dei sistemi informativi del Paese.

Per poter comprendere la transizione dei sistemi informativi russi dall’epoca sovietica a quella attuale, si deve far riferimento a quello che fu il migliore sistema informativo durante la guerra fredda ovvero il KGB (Komitet Gosudarstvennoj Bezopasnosti). Una buona analisi è prima di tutto il confronto degli elementi del presente con le dinamiche storiche cha hanno prodotto l’attuale risultato, ed i servizi Russi non fanno eccezione a questa regola. E’ corretto partire, quindi, dal Comitato di Controllo per la Salvaguardia dello Stato meglio noto come KGB la cui fine costituisce la genesi dei sistemi informativi russi odierni. Sebbene dopo il tentativo di colpo di stato del 1991 il servizio sia stato “smantellato”, la famosa polizia segreta ha avuto un’importanza strategica in tutti gli eventi che hanno portato alla fine dell’Unione Sovietica.

Delle modifiche all’apparato, erano già iniziate sul finire degli anni 80 e gli inizi del 90 prima della caduta del comunismo. Gli anni intercorsi tra la fine del sistema sovietico e i giorni nostri ci consentono di capire grazie alle informazioni OSINT (Intelligence delle fonti aperte), che fu Boris Eltsin ad organizzare la ristrutturazione del servizio, per essere sicuro che non potesse costituire una minaccia al suo potere. Il neo presidente riconfigurò l’agenzia allo scopo di servire il proprio potere, assoggettandolo al proprio controllo. Sotto la guida di Eltsin i Direttorati principali vennero divisi in 6 entità principali: Il Servizio di Sicurezza Repubblicano (MSB) responsabile dello spionaggio e del controspionaggio interno, il servizio centrale d’informazione dell’URSS (TsSR), responsabile dello spionaggio esterno, Il comitato per le comunicazioni governative dell’URSS (KPS) responsabile della rete di comunicazione crittografata SIGINT (Intelligence dei segnali), il comitato per la protezione delle frontiere dello Stato (KOGG) responsabile della sicurezza della frontiere, il direttorato principale della guardia (GUO) a cui fu trasferita l’unità scelta Alfa del KGB responsabile delle personalità politiche del Cremlino e di altre personalità importanti. Infine il KGB della Federazione Russa creato nell’aprile del 1991 divenne l’Agenzia della Sicurezza federale della Federazione Russa (AFB) inglobando quei settori dell’ex agenzia che non erano rientrati nelle nuove strutture.

Stalin

Stalin

A seguito dello smantellamento dell’ex KGB i direttori delle Agenzie rinominate non persero la propria carica, compreso il tenente generale  Aleksander Starovoytov del KPS e Ilya Kalinichenko della guardia di frontiera. I vertici dello spionaggio esterno e del direttorato principale della guardia, che avevano partecipato al colpo di stato, furono invece sostituiti da Yevgeniy Primakov e Vladimir Redkoborodiy. L’ex ministro degli interni, Vadim Bakatin, funse da coordinatore dei servizi di sicurezza. Il 19 dicembre 1991, il ministro degli interni Viktor Barannikov usando il proprio potere, persuase il presidente della Federazione Russa a firmare un decreto in cui si invitava a unificare in un solo organo l’MSB (Mezhrepublikanskaya Sluzhba Bezopasnosti), l’MVD (Ministerstvo Vnutrennich Del) e l’AFB (Agentstvo Federalnoy Bezopasnosti), costituendo l’MBVD (Ministerstvo Bezopasnosti i Vnutrennykh Del) cioè un gigantesco ministero della sicurezza e degli affari interni a cui fu messo a capo lo stesso ministro.

Nello stesso tempo il TsSR (Tsentralnaya Sluzhba Razvedki) fu rinominato servizio di spionaggio esterno SVR (Sluzhba Vneshney Razvedki), il KPS (Komitet Pravitelstvennye Sviazi) agenzia federale per le comunicazioni del governo informazioni divenne la FAPSI (Federal’noe Agenstvo Pravitel’stvennoj Svjazi i Informacii), il KOGG (Komitet po-Okhrana Gosudarstvennoye Granitsy)cioè le truppe di frontiera furono associate alla guardia principale della Federazione Russa il GUO (Glavnoye Upravleniye Okhrany).

Il nuovo ministero ricordava la riorganizzazione dell’apparato dei servizi attuata dal ministro della sicurezza Lavrentij Pavlovič Berija

Stalin e Beria

Stalin e Beria

che aveva accumulato potere creando l’NKVD (Narodnyj Komissariat Vnutrennich Del). Tuttavia, la forte opposizione dei cekisti (1) ad essere ridotti a una condizione di parità con le forze della milizia condusse in pochissimo tempo alla separazione dall’MBVD dalle forze di polizia regolari e di sicurezza. Lo scioglimento del ministero produsse la creazione di una nuova organizzazione di sicurezza dello Stato composta da cekisti rinominata Ministero della Sicurezza MB (Ministerstvo Bezopasnosti) mentre le forze della milizia ancora una volta ricostituivano l’MVD. Nell’ambito di questa riorganizzazione i cekisti ottennero il controllo delle truppe di frontiera. Queste strutture sarebbero rimaste immutate se non con pochi cambiamenti fino alla fine del 1993.

Dall’ascesa del comunismo nel 1917 fino al 1989, quando le riforme di Gorbaciov cominciarono a consolidarsi, l’Unione Sovietica era stata governata da un’oligarchia costituita dal PCUS (Partito Comunista dell’Unione Sovietica), dalle forze armate e dal KGB. Questi erano considerati come i ministeri che tenevano insieme le strutture, le istituzioni sociali, politiche ed economiche sovietiche. Quando il crollo del comunismo apparve imminente, una nuova oligarchia cominciò a prendere forma e a organizzare la sua futura roccaforte di potere. Questa nuova oligarchia era costituita dall’élite politica della nomenklatura, dal KGB e da elementi della criminalità organizzata. Nel 1989 le forze armate sovietiche, infatti, erano indebolite dalla guerra in Afghanistan e affette da corruzione dilagante. Come conseguenza di ciò, avevano perso gran parte del loro potere nel condizionare gli eventi che accadevano in Unione Sovietica. Il KGB, emerse essenzialmente bene dal collasso del comunismo e dai colossali cambiamenti che ebbero luogo tra il 1989 e il 1991. In questo periodo, il servizio d’informazione fu molto attivo. Il vuoto di potere creato da un esercito sovietico corrotto e debole, insieme ad un’economia in trasformazione priva di efficaci leggi fiscali, contrattuali, economiche e bancarie, consentì agli elementi della criminalità di ottenere influenza e di colmare il vuoto. Questo trasferimento del controllo fu realizzato su ordine dei massimi dirigenti del Cremlino che si servirono del KGB. In realtà, il sistema informativo sovietico era rimasto una forza formidabile in tutti i tumultuosi cambiamenti verificatisi Russia, poiché aveva ampiamente contribuito alla loro realizzazione. Dal 1989 al 1991, una delle priorità del Primo Direttorato Principale del KGB, responsabile dello spionaggio esterno, fu la creazione di società d’affari estere. Lo scopo ufficiale dichiarato nella costituzione di società a capitale misto con partner stranieri, e in particolare con società straniere, era quello di favorire la crescita economica interna ma ovviamente era solo una motivazione di facciata. Queste società a capitale misto aiutarono la corrotta leadership del Cremlino a trasferire la ricchezza sovietica fuori dalla portata di chiunque avrebbe potuto cercare di far ritornare in patria questi capitali. I trasferimenti di denaro e risorse furono realizzati attraverso i canali del KGB e a tal fine il servizio segreto ricorse spesso all’assistenza di elementi della criminalità organizzata. L’agenzia possedeva i contatti, insieme alle informazioni e al know how per costituire e far funzionare le società di copertura necessarie a queste transazioni. In realtà, KGB fu l’anello di congiunzione che cementò i leader politici russi alla criminalità organizzata.kgb_logo

La conquista del potere da parte della criminalità avvenne in sintonia con l’élite politica, ma non fu portata a termine in breve tempo. In realtà, la corruzione dell’oligarchia sovietica era diventata sempre più forte, già dal 1953 e dalla morte di Stalin. All’epoca di Lenin e Stalin, le relazioni dell’agenzia con elementi della criminalità comportavano l’infiltrazione di agenti della polizia segreta nei gruppi esistenti nella società sovietica, e in quelli formatisi al di fuori dei confini sovietici. Elemento fondante di queste infiltrazioni erano i famosi vory v zakone (ladri nella legge). Questi “criminali” non avrebbero mai avuto una collocazione nella società sovietica, cioè non avrebbero ottenuto un lavoro legale o l’arruolamento nell’esercito. Questa casta criminale aveva delle regole molto precise: essi dovevano trascorrere un periodo di prigionia come segno distintivo della loro criminalità e come prerequisito per salire di rango. In epoca sovietica fu proprio nei Gulag che i ranghi delle organizzazioni criminali furono rinnovati. Il KGB in ossequio alla sua grande tradizione di HUMINT (Intelligence Umana), infiltrava suoi agenti nelle organizzazioni criminali, poi favoriva la loro ascesa creando situazioni in cui questi potevano mettersi in evidenza per elevare il proprio status. La polizia segreta controllando le prigioni, poteva favorire facilmente l’ascesa di gran parte dei propri adepti. In effetti, il servizio segreto gestendo importanti penetrazioni, assistette lungo tutta la carriera i suoi operativi fino ai vertice organizzativi, così da ottenere un ipotetico controllo organizzativo della malavita organizzata ricavandone grossi vantaggi.

1. La Čeka, abbreviazione di črezvyčajnaja komissija, era un corpo di polizia politica sovietico creato da da Lenin e Feliks Edmundovič Dzeržinskij nel 1917, per combattere i nemici del nuovo regime russo.

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