Il ruolo di Riad negli attuali importanti incontri internazionali

In questo momento internazionale molto difficile per i problemi sociali e morali di guerre in atto (Russia-Ucraina e Israele-Hamas-Libano), l’Arabia Saudita ospita a Riad il primo importante incontro russo-americano, dopo molto tempo: Trump si è installato alla Casa Bianca da relativamente pochi giorni di piena operatività ed è già riuscito a organizzare un incontro ad alto livello.

Il principe ereditario Mohammad bin Salman al Saud

Oggi 18 febbraio, data da ricordare, il nuovo Segretario di Stato americano Marco Rubio e l’esperto ministro degli Esteri russo (da venti anni in questo incarico), Sergey Lavrov, si sono incontrati a Riad. Zelensky ha dichiarato che non è presente all’incontro perché non è stato invitato… e dalla Turchia, dove è in visita ufficiale per incontrare il Presidente Erdogan, ha ribadito con forza che i colloqui circa l’Ucraina vengono effettuati senza l’Ucraina…Ha anche dichiarato di aver cancellato la sua ormai pianificata visita in Arabia Saudita proprio per gli incontri ivi previsti, senza una rappresentanza di Kiev, anche se attende con interesse la prevista visita di una delegazione americana nella capitale. Cancellazione comprensibile ma occorre dire che spesso il Presidente ucraino fa molte dichiarazioni provocatorie, sperando di ottenere risultati migliori.

La prima riunione del mattino si è conclusa e voci di corridoio vicine a Rubio, hanno fatto trapelare le seguenti notizie e cioè che ambo le parti intendono, intanto, ristabilire il personale nelle rispettive ambasciate a Washington e Mosca e organizzare una équipe ad alto livello per essere di aiuto durante i colloqui per definire i dettagli della pace in Ucraina.

Le due parti avrebbero anche esplorato le possibilità di relazioni più strette, ivi compresa una collaborazione economica.

La parte americana è convinta delle intenzioni di Mosca di porre fine alla guerra in Ucraina …con condizioni ‘serie e durature’ …Rubio avrebbe anche affermato che, in ogni modo, gli accordi presi, dovrebbero essere accettati dalla Russia e dagli Stati Uniti, ma anche dall’Ucraina e dall’Europa, negando che questi due ultimi protagonisti sarebbero scavalcati in futuro.

Dall’entourage di Lavrov, è stato riferito che la possibile adesione dell’Ucraina alla Nato, può essere stata la causa ‘scatenante’ della mossa di Mosca per la lotta intrapresa contro quel territorio. Sembra sia stato ripetuto più volte che Putin l’ha detto chiaro: le intenzioni di voler mettere Kiev sotto l’ombrello NATO è ‘una diretta minaccia alla sovranità e agli interessi di Mosca’. Forse è stata, però, solo una delle cause ‘scatenanti’. Il Ministro russo avrebbe anche aggiunto che lo spiegamento di truppe dell’Unione Europea in Ucraina non potrebbe essere permesso e sarebbe inaccettabile, mentre Mosca vedrebbe con favore il diritto ‘sovrano’ dell’Ucraina di far parte dell’Unione Europea.

Rubio ha anche dichiarato che l’incontro di oggi è stato solo l’inizio di un ‘lungo’ percorso, durante il quale i leaders europei, che, pur avendo condannato questo incontro – ha rilevato – saranno coinvolti al momento opportuno nei negoziati. Resta da vedere quale sarà il momento opportuno e quando.

Quel che è certo ormai che l’incontro Trump-Putin, ci sarà, mentre le due delegazioni cercheranno di eliminare quel che non è stato ‘ben fatto’ nei tre anni precedenti, cioè durante la presidenza Biden.

Non è ancora sicuro ma sembra che questo incontro all vertice possa tenersi ancora una volta a Riad, segnando un ulteriore successo internazionale per l’Arabia Saudita e per il mondo musulmano sunnita. Una ulteriore prova della posizione forte a livello internazionale anche del principe ereditario saudita Mohammed bin Salman al Saud. 

Sono ben conosciute le ragioni d Trump per volere questo incontro in Arabia Saudita. Il Presidente USA è un feroce nemico, con tutte le ragioni, dell’Iran shiita degli Ayatollah.

Non bisogna dimenticare che il conflitto attualmente in atto tra Israele-Hamas-Hezbollah-Houthi è stato avviato e finanziato con denaro e armi dall’Iran, nel tentativo di prendere il primato nel mondo musulmano, di essere lo stato più forte in quel settore. L’Iran ha cercato di impadronirsi, con la sua visione della sharia di buona parte del Medio Oriente, ostacolato forse solo dalla Turchia di Erdogan e dalla volontà di Israele di esistere, mentre Teheran e altre organizzazioni musulmane ne vorrebbero la cancellazione.

Vi è anche un altro motivo per il quale l’Arabia Saudita è nemica dall’Iran: nel 2015 si pose contro un accordo dell’Iran con gli Usa e altri stati di importanza mondiale che limitava solamente i margini iraniani nel nucleare. Riad sosteneva che un accordo sul nucleare con Teheran significava che l’Iran avrebbe incrementato la sua situazione economica non solo ma anche la sua capacità di produrre un ordigno nucleare, visto che l’accordo aveva valore solo per un periodo di tempo limitato, 15 anni, e non avrebbe distrutto le capacità tecniche iraniane di mantenere un programma nucleare. Inoltre questo avrebbe rafforzato l’Iran e i suoi alleati nella regione. E così fu o perlomeno l’Iran credette che così fosse, potendo avere presa su deboli governi della regione. 

Era comunque già allora evidente che Washington e il mondo occidentale non avrebbero permesso una egemonia iraniana nella regione accanto alla Turchia e a Israele. La cenere era sotto un fuoco che sembrava spento ma il 7 ottobre 2023 quel fuoco è stato ravvivato. Errore strategico di Hamas e di chi li ha armati, l’Iran che ora è molto indebolito anche all’interno, con una non remota possibilità che qualche potenza straniera aiuti la popolazione, come già è stato fatto con Mossadeq negli Anni ’50 e con lo Shah Pahlavi nel 1977/78. 

Le dichiarazioni di Trump sulla sorte dell’Iran in un prossimo futuro fanno ben riflettere e si sa che molti agenti dell’intelligence israeliana Mossad e americana, non necessariamente della CIA, sono attivi sul territorio iraniano con l’aiuto della popolazione che ormai ha perso ogni illusione sul regime in atto. Gli USA, allora, non compresero l’errore che stavano facendo, rimuovendo il Pahlavi perché ‘non rispettava i diritti umani’ e la libertà della popolazione, dando spazio a Ruhollah Moussavi, conosciuto come Khomeini.

L’Arabia Saudita è e sarà al loro fianco proprio per sbarazzarsi di un Iran che non hanno mai sentito vicino ma solo un nemico nel mondo islamico. E ora è al centro degli sguardi mondiali ospitando la prima riunione tra la Russia e Usa, dopo tre anni di una guerra in Ucraina, come potenza regionale e internazionale.

Attendiamo i prossimi significativi eventi.

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