Giacca e cravatta…

Giacca e cravatta…

Al Jolan, cioè Ahmed al Sharaa, capo indiscusso della nuova Siria, ha incontrato il Ministro degli Esteri italiano Tajani con il quale ha trattato della possibilità di eliminare totalmente o quanto meno rendere meno forti le sanzioni europee contro la Siria ora che si è liberata del tiranno Assad. Anche le cronache locali sottolineano che il Ministro italiano si è recato in Siria dopo essersi incontrato con Blinken, con l’Alto Rapppresentante europeo per la politica estera Kallas, e con membri del governo della Gran Bretagna, Francia e Germania. Infatti il 9 gennaio alla Farnesina, Tajani aveva promosso un simile incontro alla vigilia del suo viaggio in Siria, per discutere proprio sul tema sanzioni, molto importanti per l’economica siriana post regime.

Punto importante per il mondo occidentale e arabo, per rendere le sanzioni meno forti o addirittura eliminarle, dovrebbe essere la creazione di un governo che includa tutte le minoranze, proteggendole. E questo è stato sottolineato da Tajani.

Anche il Ministro degli Esteri siriano Asaad Hassan al Shaibani, incontrato in seguito da Tajani, ha sottolineato che non ci sarebbero più le ragioni per imporre tali sanzioni da parte dell’Europa e che mantenerle potrebbe significare ostacolare il rientro del rifugiati siriani in Medio Oriente e di conseguenza il necessario miglioramento della situazione economica, disastrosa al momento.

Al Jolan ha anche incontrato il primo Ministro libanese Najib Mikati. Sicuramente hanno parlato e discusso questioni di una certa importanza per la nuova Siria: di contrabbando da eliminare tra i due paesi, soprattutto di armi; di sfide ai confini, molto delicate e dei depositi siriani nelle banche libanesi, che si ritiene siano piuttosto rilevanti.

E’ ovvio che le relazioni tra i due Paesi debbano essere piuttosto strette anche per i molteplici interessi in comune che hanno.

La situazione attuale Siria non è molto chiara né affatto pacificata. L’intelligence siriana è riuscita a sventare un attacco pericoloso dell’ISIL (Islamic State of Iraq and the Levant, organizzazione terroristica paramilitare araba), contro il santuario di Damasco, Sayyeda Zeinab shrine,posto nella periferia meridionale di Damasco, molto importante per la comunità shiita. Non è la prima volta che il santuario è oggetto di attacchi di vario genere. Negli anni passati era protetto da guardie che facevano riferimento all’Iran e che erano anche importanti protettori del regime. Esse si sono dileguate poco prima che i ribelli sunniti prendessero il potere e Assad fuggisse dal territorio.

Si attende per il 27 gennaio la riunione a Bruxelles dei ministri degli esteri europei: la decisione è stata presa in un incontro in Arabia saudita, a Riad, di diplomatici e ministri europei e del Medio Oriente, al quale ha partecipato anche il siriano Ministro degli Esteri, per quello che è stato il primo importante incontro internazionale dopo la caduta di Assad. 

E’ chiaro che convenga politicamente e economicamente a tutti annullare le sanzioni a Damasco; il Paese si deve riprendere e la sua economia necessita di aiuti anche per la ricostruzione: possibili affari interessanti anche per i Paesi europei.

Indubbiamente al Jolan-al Sharaa sembra avere la stoffa di un leader politico navigato analizzando i suoi interventi, per ora solo verbali, in politica estera. E’ altrettanto chiaro che l’Europa, in particolare i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo, abbiano interesse a aver buoni rapporti con Damasco ma ancor prima che la situazione in quel territorio si regolarizzi anche rispetto al potere del turco Erdogan, soprattutto al nord siriano.

Il nuovo leader della Siria, certamente Presidente in pectore, comunque chiaramente rais in carica della nuova Siria (o parte di essa), Ahmed al Sharaa, ha cambiano il suo abituale modo di vestirsi con abiti militari da sempre indossati nel suo pluriennale impegno jihadista. Da qualche giorno si presenta con un corretto insieme di giacca e cravatta e discute con i suoi ospiti di problemi bilaterali di politica estera e internazionale. La sua barba continua a essere ‘jihadista’ anche se più curata. Interessante mutamento. Fra qualche mese si potrà capire se ha veramente messo da parte la sua militanza jihadista più estrema. Non ha comunque dato la mano alla Ministra tedesca degli Esteri, in quanto donna, mettendosi molto educatamente la mano sul cuore per un saluto senza contatto. Dunque segue attentamente la legge della sharia. Un atto che è stato molto criticato in giornali occidentali e anche arabi e visto come la dimostrazione che la sua moderazione non sarebbe sentita e reale. Ma egli era in Siria nella sua terra e con costumi e leggi locali che segue con attenzione. Può essere un segnale ma occorre attendere tempo per interpretare quel gesto. 

L’uomo sembra intelligente politicamente e avvezzo a cambiamenti rispetto alla realtà che lo circonda. Il suo precedente curriculum vitae lo dimostra abbondantemente. 

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