Questo blog di analisi ha sempre scelto di non scrivere su problemi italiani, ritenendo che altri sappiano meglio analizzare quanto accade su suolo italiano. Ma oggi chi scrive ha deciso di dire qualcosa. Probabili banalità, ma rappresentano il pensiero di una cittadina assolutamente comune che ha vissuto fuori Italia, che ha viaggiato e viaggia molto e che vorrebbe vedere il suo Stato di nascita andare nel XXI secolo con una situazione sempre in miglioramento, anche con l’apporto di una popolazione etnicamente diversa dall’originale, perché proveniente da altre culture che possono arricchire notevolmente quella originale, concretando un amalgama di pensieri, idee e modi di vita.
Attenzione però: ci vuole rispetto per le singole culture, ivi compresa la preesistente sul territorio.
Dunque: i Signori politici, peraltro lautamente retribuiti, fors’anche troppo, dai cittadini, si sono mai posti la domanda della progressiva disaffezione di questi per le urne elettorali, sia quando si tratta di elezioni politiche sia per quelle regionali o comunali?
Ah no: ricordano il cittadino solo quando si tratta di conservare la ‘cadrega’ parlamentare o similare per ottenerne il voto, magari di preferenza.
Credo si sia arrivati a un punto molto serio.
Non riescono a governare l’immigrazione non da ora ma da almeno una dozzina di anni. Non è che la governino male. Non la governano proprio. Certo non è facile integrare migliaia di migranti, la maggior parte dei quali senza titoli di studio e senza un mestiere in mano. Eppure molto denaro corre per foraggiare cooperative di assistenza. Eppure ne troviamo molti di questi migranti per strada, abbandonati a se stessi e per sopravvivere, fanno quel che possono, molto spesso al di fuori della legalità. Quelli che lavorano seriamente non devono essere sfruttati ma rispettati.
Abbiamo bisogno di immigrazione per il lavoro e la natalità. Questo è certo ormai. Ma tutto va organizzato e soprattutto ‘governato’ affinché questi poveri illusi, che hanno lasciato Paesi ‘non sicuri’, pagando all’organizzazione criminale scafista congrue – cioè assolutamente incongrue – somme per un passaggio in mare pericoloso e non sempre andato a buon fine, possano trovare una vita dignitosa.
Su questo problema si innesta molto seriamente, l’attento rinvio pregiudiziale del 25 ottobre con due quesiti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea da parte del Tribunale Ordinario di Bologna – Sezione specializzata in materia di immigrazione, relativo al d.l. 23 ottobre n. 158 (Disposizioni urgenti in materia di procedure per il riconoscimento della protezione internazionale). Il rinvio è assolutamente lecito perché i Signori Magistrati hanno tutto il diritto di avere perplessità sulla possibile applicazione dello stesso Decreto. Però una parte dell’ordinanza, relativa al primo quesito formulato alla Corte, ricorda testualmente che il sistema della protezione internazionale è per sua natura sistema giuridico di garanzie per le minoranze esposte a rischi provenienti da agenti persecutori, statuali o meno …Si potrebbe dire, paradossalmente, che la Germania sotto il regime nazista era un paese estremamente sicuro per la stragrande maggioranza della popolazione tedesca, fatti salvi gli ebrei, gli omosessuali, le persone di etnia rom…Lo stesso può dirsi dell’Italia sotto il regime fascista...osservando che se si dovesse ritenere sicuro un Paese quando la sicurezza è garantita alla generalità della popolazione, la nozione giuridica di paesi di origine sicura si potrebbe applicare a quasi tutti i Paesi del mondo e sarebbe quindi una nozione priva di qualsiasi consistenza giuridica. Corretta la menzione fatta sulla Romania di Ceausescu e sul regime di Pol Pot (qui non riportata), ma si cade poi in una ‘svista’ grave di analisi storico-politica, ricordando anni e ideologie precedenti alla fine della seconda guerra mondiale, da circa 80-100 anni superati, almeno in Europa e nel mondo occidentale. Peraltro il Rinvio con una lunga ordinanza è molto ben argomentato e di notevole interesse dal punto di vista giuridico.
Praticamente, però, in questo XXI secolo i Paesi ‘sicuri’ non sono più delle dita di una mano. L’Italia è uno di questi ma…la maggior parte dei politici non ha compreso che, come tutta l’Europa o quasi, ormai molto debole politicamente e ideologicamente, anche l’Italia corre il rischio di ‘islamizzarsi’ nei prossimi venti anni, ma con quel Islam radicalizzato che Oriana Fallaci aveva ben compreso, soprattutto dopo la sua nota intervista con Khomeini nel 1979 e gli attentati dell’11 settembre 2001 a New York.
Occorre quindi far rispettare la cultura occidentale, nel caso italiana, nel rispetto delle altre culture, pur accettandone sul nostro territorio loro seguaci, integrandoli, però, con il rispetto delle nostre leggi e delle nostre abitudini nella vita quotidiana e familiare, non scardinando totalmente la società italiana già peraltro in crisi, per una serie di motivi.
Il Potere legislativo (il Parlamento), il Potere esecutivo (il Governo) e il Potere Giudiziario (Magistratura) sono poteri ‘separati’ nel nostro sistema repubblicano, con specifiche competenze ma nel loro quotidiano lavoro, pur a volte non essendo in accordo, dovrebbero evitare spiacevoli sospetti di voler interferire in quello di un altro Potere…il cittadino comune apprezzerebbe molto e forse nei giorni previsti affollerebbe i seggi elettorali. Forse.
Il governo delle città poi lascia molto a desiderare anche per i problemi dell’immigrazione sbandata e anche, tra l’altro, per una non saggia politica degli affitti brevi nelle grandi città che stanno alterando il tessuto sociale di centri storici e periferie, peraltro molto spesso abitate appunto da sbandati migranti o organizzazioni criminali di genere vario. La Capitale, dove vivo, è in grandissima crisi. Il Sindaco è lieto che ben 35 milioni di turisti arriveranno per l’anno di Giubileo ma il comune cittadino si chiede se la città potrà sostenere tale afflusso e in qual modo, visto appunto che la città non è affatto governata…
Potrei scrivere, da semplice cittadina, di molte altre problematiche che affliggono il Paese ma mi limito a queste superficiali osservazioni sperando che i Signori democraticamente eletti al Parlamento o che hanno responsabilità governative o regionali e comunali possano in qualche modo pensare anche al bene del cittadino e non solo alle loro diatribe interne di contrapposizione e non di collaborazione, come sarebbe invece auspicabile. Credo che per il momento sia richiesta vana.
Idee molto personali che non impongo ma che mi limito a esternare, rispettando tutte le altre idee al riguardo.
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