Non è facile parlare della giornata di un anno fa e di quello che ha causato e sta causando, l’attacco a Israele in vari kibbut e basi militari vicini alla Striscia di Gaza, portato dalle Brigate Qassam, braccio armato di Hamas, con più 1.140 morti e 240 ostaggi dei quali almeno una parte sono morti e pochi rilasciati. Peraltro non si nutrono molte speranze di vita su quelli ancora nelle mani dei rapitori!
Una domanda è lecita: Hamas ha fatto quanto ha fatto per ottenere proprio quello che sta succedendo?
E’ evidente che volesse impedire una conclusione positiva dei cosiddetti ‘Accordi di Abramo’ ma anche scatenare di fatto una guerra dura per costringere Tel Aviv a ritirarsi. O meglio a soccombere definitivamente?
Non si possono avere documenti di qualsiasi tipo ancora ma si può scommettere sulla certezza che a spingere quella azione, di fatto e psicologicamente, fosse Teheran, che li arma. Sempre nel concetto che l’Iran vorrebbe dimostrare a tutto il mondo islamico, di essere il più potente e il più decisivo a livello non solo musulmano ma regionale, con forti ricadute mondiali.
Ma ora, forse, sta iniziando a capire che non ci riuscirà, o almeno così sembrerebbe dalle parole del suo Presidente Pezeshkian che sostiene di non voler fare la guerra, anche se bisogna rispondere alle ‘aggressioni’.
Certamente…ma la Guida spirituale dell’Iran, Ali Khamenei, durante il ricordo di Nasrallah, venerdì scorso, fatto alla Grande Moschea di Teheran, ha difeso gli attacchi iraniani a Israele come un atto ‘legale’ e di ‘legittima difesa’, dopo l’uccisione del capo degli Hezbollah e di altri esponenti di spicco di Hamas e della Guardia della Rivoluzione islamica, chiamando tutti i paesi regionali musulmani, alleati con Teheran, a una unione per…distruggere lo Stato di Israele.
Ha chiamato Israele ‘una entità criminale assetata di sangue’. Parole non certo miti: il primo discorso pubblico di Khamenei dopo 4 anni, quando aveva fatto una apparizione in occasione dell’uccisione in Baghdad del generale Qassem Suleimani, uno dei più preparati militari iraniani, almeno fino a quel momento, nel 2020. E Israele continua a uccidere uomini importanti alla guida di queste entità.
Interessante notare che Khamenei non ha parlato solo in persiano ma anche in arabo! Raro, molto raro intermezzo.
L’unione fra paesi musulmani regionali: la Guida Spirituale ha fatto un appello all’unità all’Afghanistan, allo Yemen (dove in realtà più di metà del territorio è governato dagli Houthi, armati da Teheran), al Libano (!) e a Gaza. Ha ben specificato che il nemico è uno e uno solo, comune: Israele, che ha messo in campo attacchi psicologici, economici e militari contro tutti i Paesi indicati.
Quel che indica indica questo messaggio è chiarissimo: Khamenei si è ben reso conto che l’Iran nel passato è stato isolato dai Paesi regionali musulmani, il che non avveniva in questa misura quando lo Shah era al potere. E che anche ora Teheran lo è mentre ha bisogno di una alleanza fattiva della regione contro il nemico ‘comune’.
Tal Aviv continua a indebolire Hezbollah, avendo ucciso proprio il 7 ottobre Suhail Hussein Husseini, che era a capo del settore logistico della catena di comando e controllo Hezbollah in Libano. E un sobborgo di Beirut, Dahiyeh, è stato ormai quasi completamente raso al suolo, il che fa di una parte della città, un ammasso di rovine, ivi compreso il porto che saltò in aria il 4 agosto 2020, insieme alle rovine dello scontro del 2006 tra Hezbollah e Israele, ancora presenti nel 2016!
Per non ricordare la Striscia di Gaza, dove Israele ha distrutto e ucciso almeno un abitante ogni 55, secondo statistiche ufficiali, riducendo anche questo territorio a un ammasso di rovine.
E’ difficilissimo analizzare quel che accade in quelle terre. Quale il ruolo della Russia di Putin che ha stretti legami, ufficialmente solo economici, con Teheran, come si è visto nei giorni passati? E la Cina? Ricordiamo che lo scorso marzo, dal 12 al 16, Cina, Russia e Iran hanno condotto comuni esercitazioni navali nel Golfo dell’Oman, che hanno coinvolto mezzi navali e aeronautici: quando si fanno simili esercitazioni in comune, sembra evidente che siano stati scambiati non solo reciproci convenevoli e felicitazioni (! ) ma anche e soprattutto informazioni ‘sensibili’ di natura militare e politica. A qual fine?
Biden, in questi ultimi atti di sua Presidenza statunitense, invita le parti a non proseguire nella loro ostinazione a combattere il reciproco nemico: inviti non raccolti. Occorre attendere le elezioni per comprendere meglio la politica di Washington, che, peraltro, non ricorda mai di aver aiutato la rivoluzione islamica contro lo Shah nel 1978-1979, non comprendendo affatto quel che Khomeini aveva scritto da Najaf, dal lontano 1963, su come intendeva si organizzasse un governo ‘islamico’: quel che ha attuato esattamente dopo il febbraio 1979.
Il mondo musulmano non shiita attende ancora per prendere decisioni sulla riorganizzazione della regione, lasciando il lavoro ‘non pulito’ ai due guerreggianti…ma fino a quando potrà farlo?
E l’ Occidente, a parte gli USA? Israele combatte non solo per sopravvivere ma per gli ideali della cultura occidentale contro una interpretazione dell’Islam dura di questo periodo storico.
Domande con difficili risposte.
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