Hassan Nasrallah, sessantaquattrenne indiscusso leader degli shiiti libanesi negli ultimi 32 anni, un mito per il mondo shiita musulmano, è stato ucciso, nel pomeriggio di venerdì 27 settembre, ma i raid israeliani stanno continuando sul territorio libanese e specialmente su Beirut, capitale di un Libano dalla difficile sopravvivenza.
Insieme a Nasrallah è morto anche Ali Karki, comandante del fronte sud di Hezbollah.
La dirigenza di alto livello degli Hezbollah (ricordiamo che significa in arabo: Partito di Dio), sembra ormai interamente distrutta: morti anche Ibrahim Aqil in Beirut pochi giorni fa, e Ismail Haniyeh, ucciso da Israele in Iran solo due mesi fa.
Forte alleato dell’Iran e ‘protettore’ di Hamas, è stato una figura importante per la lotta iraniana di arrivare al primato nel mondo islamico. Bisogna attendere ora che il ‘Consiglio (sette o otto membri) della Shura’, del Gruppo si riunisca e decida chi deve prendere in mano le sorti di Hezbollah. E’ però evidente che Israele colpirà ancora pesantemente, nel frattempo, per utilizzare questo indubbio momento di debolezza della potente frangia shiita libanese. Normali comportamenti in una lotta sanguinosa di lungo periodo quale è questa.
Del resto, il Mossad in questo ultimo mese, ha conseguito vittorie che lo ripagano…in parte… della sconfitta atroce di quasi un anno fa…quando perse la lucidità, evidentemente, nell’analizzare alcune informazioni che pure erano giunte, non fosse altro dalle donne soldato osservatori che monitoravano il confine e che hanno pagato duramente con il loro corpo le mancanze di corretta analisi del loro Servizio informativo (v. al riguardo http://www.osservatorioanalitico.com/?p=10738).
Molti analisti mediorientali non ritengono possibile che l’Iran si getti in una guerra armata su un territorio non suo: dopo l’uccisione di Nasrallah, il presidente iraniano Pezeshkian ha dichiarato, però, che questa morte rafforzerà ulteriormente ‘la resistenza’, considerando poi che l’ordine è stato indubbiamente dato quando Netanyahu era presente alla Assemblea Generale dell’ONU; anche per questa circostanza l’iraniano accusa direttamente gli Stati Uniti che non potevano nonsapere quello che sarebbe accaduto.
Un attento analista dell’ Haaretz Journal, Jack Khoury scrive che le conseguenze dell’uccisione di Nasrallah avranno ripercussioni per generazioni nel mondo arabo perché questa morte va ben oltre le implicazioni politiche, militari e morali della situazione attuale. E’ diventato un momento ‘formativo’ per le generazioni future.
E’ una analisi, ad avviso di chi scrive, molto valida. Nasrallah è già diventato un martire ovunque nel mondo musulmano: si fanno cortei di protesta anche in Pakistan, mentre in Israele si inneggia alla vittoria della decapitazione della testa di comando di Hezbollah. Però occorre ricordare che nel lontano 1992 fu ucciso il predecessore di Nasrallah, Abbas al-Musawi, subito sostituito da persona ancora più determinata alla lotta contro Israele; nel 2008 fu ucciso Imad Mughniyeh, a capo dell’ala militare di Hezbollah. Uccisi i comandanti, se ne formarono subito altri, altrettanto se non più determinati. Quindi è ragionevole pensare che dopo un primo forse lieve sbandamento, le fila saranno rinserrate con maggiore determinazione delle precedenti. Del resto non a caso il Presidente iraniano ha parlato di ‘ulteriore resistenza’. E Nasrallah, chiamato anche ‘il Signore della Resistenza shiita’ in Libano e Siria, era ‘protetto’ dal governo di Tehran: questo è un fatto acclarato, essendo Hezbollah il braccio armato di Teheran in quella che era la magnifica ‘Terra dei Cedri’.
Sembra estremamente difficile risolvere un problema nato con la nascita di Israele, nel 1948 in base alla Risoluzione ONU n.181 del novembre 1947, accettata dal previsto costituendo Stato Ebraico ma respinta dalla Lega del Stati arabi che si era costituta nel 1945 al Cairo. La Risoluzione prevedeva il piano di spartizione della Palestina con uno stato ebraico sul 56% del territorio e uno palestinese sul restante 44%. Errore grave degli Stati arabi fu il rifiuto della spartizione, con la conseguenza che lo Stato d’Israele fu ufficialmente dichiarato e dopo decenni ancora non si riesce a risolvere il problema del territorio di Gaza e Cisgiordania e Palestina tutta.
I Servizi israeliani riescono a sapere in quali edifici o sotterranei si nascondono i capi, operativi e non, di Hezbollah: si deve dare merito al Mossad ma ci si chiede quali sono le gole profonde che danno la sicura informazione. Sarà molto interessante in futuro sapere la risposta a questo difficile quesito: dando tutto il merito a agenti israeliani sotto copertura…non si potrebbe immaginare che anche dal mondo musulmano sunnita, probabilmente wahabita, ci sia un aiuto non militare ma di seria centrata raccolta informativa?
Non è stato molto pubblicato ma sembra che in molti quartieri a maggioranza sunnita in quella regione, si sia manifestato un certo giubilo alla notizia della morte del capo di Hezbollah…
Israele deve esistere per ragione dei suoi abitanti, che hanno tutto il diritto di vivere nella loro terra di origine e per un equilibrio necessario in quella regione mediorientale.
Solo un accordo serio a livello internazionale ma locale, non necessariamente prodotto da USA o Cina o altre Potenze mondiali, potrà rendere gestibile la difficilissima situazione e permettere se non una pace, almeno una convivenza umana e civile per tutti, israeliani e palestinesi, vittime inermi e incolpevoli spesso della ricerche di poteri regionali univoci.
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