Uno Zar, un Imperatore del ‘Celeste Impero’, un maharajah… un Sultano.

Uno Zar, un Imperatore del ‘Celeste Impero’, un maharajah… un Sultano.

Letts-Popular-Atlas-1883-Russia-in-Asia-Chinese-Empire-etc* È indubbio che per Zar Wladimir (Putin), la situazione si stia complicando non avendo forse previsto che l’Europa si sarebbe stretta all’Ucraina aggredita. Possibile che i suoi consulenti non abbiano previsto questa unità europea nel difendere uno stato aggredito a meno che non l’avessero messo in conto, ben sapendo che la Russia ha in mano due leve potenti che sta utilizzando, per cercare di dividere l’Europa e indebolirla economicamente fino a creare fratture come in effetti si sono realizzate: gas e petrolio.

Che gli USA avrebbero aiutato militarmente l’Ucraina: questo era facile da prevedere da parte dei suoi Servizi di intelligence…ma forse non capirono bene: infatti alcuni dei loro alti funzionari, sembra, siano stati ‘epurati’ come da miglior tradizione di stampo sovietico.

I Paesi europei, compatti nel difendere la democrazia ucraina e quindi, di riflesso, la loro, non sono però uniti nelle difficoltà economiche: l’Olanda si tiene il suo alto profitto commerciale sul mercato del gas e se gli altri dell’Unione non hanno per tempo pensato a penuria di gas, ebbene…non sono stati previdenti…e comunque lenti nel pensare e agire…

Dal punto di vista militare, come riferito da varie fonti, era dalla fine del 2021 che la Russia ammassava truppe ai confini ucraini: si calcola che erano più di 100.000 i soldati russi su quella linea. E questo ben si sapeva: era sotto gli occhi acuti di satelliti se droni senza scomodare segrete fonti di intelligence.

Come noto, agli inizi di questo anno, le tensioni si accrebbero tra Mosca, Kiev e l’alleanza militare NATO.  E in febbraio iniziò quella che Mosca chiama ‘operazione speciale’, cioè invasione di uno Stato sovrano e conseguente conflitto guerreggiato.

E’ chiaro che gli equilibri mondiali, non solo di quel settore in guerra, stavano e stanno profondamente mutando…quale altro significato può avere la muscolare esercitazione militare congiunta, chiamata Vostok 2022 (dalla parola russa: Oriente) con la Cina (e con truppe di Mongolia India, Laos, Nicaragua e Siria, per no contare quelle di alcune repubbliche ex sovietiche, Bielorussia, Tajikistan Mongolia),  se non la dimostrazione agli States e al mondo, Europa soprattutto, che Mosca e Pechino sono vicine, sulla stessa linea politica e economica (attualmente la più pericolosa, escludendo ‘incidenti’ nucleari), oltre che militare. Vostok 2022: iniziata il 1° settembre, che si conclude oggi 7 settembre 2022.

Dunque Mosca non starebbe risentendo della suo lungo e difficile impegno militare in Ucraina se può utilizzare parte dei suoi uomini per una importante esercitazione…è certo una dimostrazione chiara a tutto l’Occidente della sua ‘forza’ e di quella degli alleati sui quali può contare.

Pechino, una volta lontana capitale del Celeste Impero, potere economico di prima grandezza a livello mondiale, pur non esponendosi apertamente con molte dichiarazioni e non imponendo sanzioni, sta partecipando a uno sforzo dimostrativo muscolare, sostenendo che queste esercitazioni servono a sviluppare ‘amichevole e strategica collaborazione’ fra gli stati partecipanti, rafforzando le abilità dei singoli eserciti nel saper rispondere alle possibili varie minacce di sicurezza interna e esterna. Ma Russia e Cina avevano già fatto esercitazioni congiunte intorno al Giappone alla Corea del Sud agli inizi di febbraio di questo anno con aerei bombardieri. Come si può definire questo comportamento: amicizia o alleanza politica economica in un quadro geopolitico dove l’Occidente, in particolare l’Europa, si sta indebolendo, nonostante il sostegno militare a Kiev.

Anche l’India non ha condannato apertamente la Russia per la sua aggressione all’Ucraina e non ha deciso sanzioni contro Mosca, anche perché non può fare altro che mantenere ottime relazioni con Mosca, considerato che dalla Russia acquista notevoli quantità di petrolio e ha probabilmente bisogno di comprarne ancora di più per aumentare le sue produzioni. La sua economia sarebbe cresciuta più del 13% in questi ultimi mesi; ci si aspetta peraltro una minore crescita per il futuro.

Che l’India abbia anche relazioni e cooperazione militare con gli States non deve stupire: non è molto noto in Europa che soldati indiani hanno fatto vicino al confine cinese delle esercitazioni congiunte con forze speciali americane. Una politica, quella indiana di Narendra Modi, maharaja dei nostri tempi, molto attenta anche nella consapevolezza che la guerra del grano bloccato in Ucraina avvantaggia l’India nelle vendite della sua produzione.

New Delhi partecipa a questa esercitazione congiunta con relativamente pochi militari ma è presente e questo basta.

Il Sultano Erdogan impegnato su vari fronti, estende sempre più la sua influenza già grande sul Medio Oriente, nel chiaro tentativo di riconquistare, ai nostri tempi ovviamente solo (…forse…) in termini economici, i confini del defunto Impero Ottomano, mai dimenticato; si erge a grande mediatore per invitare i due contendenti a parlarsi, in territorio turco ma non condanna apertamente l’aggressione. È riuscito nello sblocco del grano ucraino, lui che effettivamente gode di enorme potere incontrastato come concierge dei Dardanelli, dove possono passare solo i navigli autorizzati da Ankara. E ora si pone anche come mediatore per la smilitarizzazione del centro nucleare di Zaporizhzhia, salvo poi a dichiarare che l’Europa è all’origine dei suoi mali energetici, avendo (temerariamente: non l’ha detto ma si evince dalle sue parole),  …deciso sanzioni alla Russia.

Alla fine, tutti salvo l’Europa aggredita nell’Ucraina, vogliono avere rapporti con Mosca: notizia di questi giorni che anche il leader militare di Myanmar Min Aung Hlaing si è recato nella capitale russa per avviare ‘costruttivi colloqui’ di amicizia e cooperazione militare e…economica con lo Zar.

Intanto le turbine di Gazprom necessitavano proprio in questi giorni di una importante manutenzione tecnica che obbliga la Russia a tenere chiusi i rubinetti del gasdotto Nord Stream1 verso la Germania. E nel fare la manutenzione, si sono accorti di alcuni malfunzionamenti tecnici che impediscono la riapertura del flusso di gas, in contemporanea con la discussione europea sul prezzo massimo del gas. Nemmeno documenti chiarificatori inviati dal costruttore dell’impianto, Siemens Energy AG, sembrano servire a chiarire i malfunzionamenti: almeno così sostiene Gazprom. Sembra serva una nuova turbina che per ora non può essere inviata…per problemi burocratici relativi alle sanzioni

Ha dichiarato il portavoce di Putin, Peskov che se l’Europa dovesse continuare nel suo incauto comportamento di applicare sanzioni e restrizioni nel settore gas e petrolio, la situazione potrebbe cambiare radicalmente, lasciando intendere che i rubinetti rimarrebbero chiusi.

Putin, ieri, nell’Economic Forum di Vladivostok ha finalmente parlato molto chiaramente, sostenendo che le sanzioni di Bruxelles sono una minaccia al mondo intero…ha negato che Mosca abbia fatto del gas un’arma contro il mercato mondiale dell’energia, in particolare contro l’Europa. È il comportamento del mondo occidentale, a suo dire, che vuole usare il prezzo del gas per minare le risorse finanziarie russe, scatenando una tempesta globale. Il punto più forte del discorso d i Putin, riguarda, a mio parere, l’impossibilità di isolare la Russia, in quanto – egli dichiara – il ruolo degli stati della regione Asia-Pacifico è notevolmente aumentato e lo sarà nel futuro, creando ‘colossali opportunità’ per il popolo russo. Quanto prima Putin si incontrerà di nuovo con Xi Jinping in Uzbekistan…

Gli equilibri mondiali sono drammaticamente cambiati con la piccola Europa indebolita, relativamente poco unita, che minaccia di soccombere economicamente, piccolo tassello marginale di un mondo legato all’economia globale, i cui partners sono forti e si stanno alleando fra di loro. Un Medio Oriente destabilizzato, un pericoloso Iran che sta riprendendo un posto importante nella politica internazionale, un Iraq e un Afghanistan sempre più nel caos (grazie Washington), una Libia che non trova un suo equilibrio…non vi è dubbio che siamo in una svolta storica epocale della quale si capiranno i veri contorni e le soluzioni che si concreteranno, forse a breve.

A mio avviso attualmente due concetti sono chiari: 1) non si può esportare la democrazia all’occidentale in tutto il globo terracqueo, perché le origini delle varie civilizzazioni sul territorio sono state e rimangono diverse; 2) in questo particolare momento storico vorrei che si finisse di parlare solo di ‘difesa della democrazia’ perché si tratta, anche e soprattutto, della difesa di una nuova realtà economico-finanziaria, che a volte può favorire la democrazia e a volte non riesce, di fronte al lucro importante di alcune società civili e militari. E questo ahimè vale anche per la democratica Europa, dove gli interessi nazionali non sono sempre tutelati a livello unitario allo stesso modo. Sic.

*Carta geografica del 1883….

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