Riceviamo da un esperto, il dott. Paolo Callari, queste riflessioni economiche …e le pubblichiamo volentieri.
Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini
Il Gruppo Unicredit.
In Russia, il Gruppo Unicredit è rappresentato da AO UniCredit Bank, una banca commerciale operante in Russia dal 1989.
UniCredit Bank è la più grande banca estera in Russia e risulta al 9 ° posto del totale attivo sulla base dei risultati del 2017 (Interfax-CEA).
La banca trae beneficio dalla sua posizione di forza nel grande mercato finanziario societario russo e nelle attività bancarie al dettaglio sostenibili.
Con le sue 103 filiali (di cui una in Bielorussia), UniCredit Bank serve circa 2. 000.000 clienti.
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La Cina è partner commerciale dell’ Ucraina
Le esportazioni agricole dall’Ucraina sono diventate importanti per la Cina sulla scia della guerra commerciale Cina-USA. Infatti nel 2021, il commercio agricolo tra Cina e Ucraina è aumentato del 33 per cento rispetto al 2020.
La Cina è un partner commerciale chiave per l’Ucraina, fornendo il 14,4% delle sue importazioni e una destinazione per il 15,3% delle sue esportazioni.
L’Ucraina ha iniziato a vendere mais alla Cina nel 2013 e nel 2019 era diventata il suo più grande fornitore, rappresentando oltre l’80% delle importazioni di mais cinese.
Sempre nel 2013, il Corpo cinese di costruzione e produzione dello Xinjiang – un’organizzazione paramilitare statale nota come bingtuan – ha firmato un accordo con l’Ucraina KSG Agro per affittare 100.000 ettari di terreno agricolo per la coltivazione e l’allevamento di suini per un periodo di 50 anni. L’Ucraina ha 42 milioni di ettari di terreni agricoli.
Per quanto riguarda la Belt Road Initiative (la ‘Via della Seta’, BRI), la Cina nel 2018 ha investito nei porti ucraini. COFCO, il gigante agroalimentare statale cinese, ha investito 50 milioni di dollari a Mariupol – ora una città in prima linea nella provincia di Donetsk, che è stata assediata dai separatisti filo-russi dal 2014 – per triplicare la sua capacità di trasporto agricolo.
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Bank Of NY Mellon
La Borsa di Mosca non è alla portata di tutti e non tutti gli intermediari italiani vi hanno accesso. Fortuna vuole che Gazprom sia una società (un gruppo, in realtà) molto grande e molto meno capitalizzata rispetto al passato , e questo gli consente di distribuire il capitale su più borse attraverso lo strumento dei già citati ADR (derivati all’interno dei quali stanno come ‘sottostanti’ le azioni Gazprom), che sono delle ricevute di deposito (o certificati rappresentativi) e che più o meno funzionano così: Gazprom conferisce a una banca statunitense un parte delle sue azioni, le quali vengono utilizzate dalla banca come “sottostante” per delle ricevute (receipt, appunto) che vengono scambiate in borsa come fossero le azioni vere e proprie.
Gazprom ha quindi depositato parte del proprio capitale azionario presso la Bank of New York Mellon rendendolo così negoziabile sotto forma di ADR su diverse borse.
Per Gazprom, Xetra, Londra, Berlino e Singapore sono infatti i mercati internazionali su cui è possibile negoziarne il titolo.
L’inserimento dell’energia nucleare all’interno della “tassonomia verde” dell’Ue – in estrema sintesi è il documento ufficiale che definisce cosa si può considerare sostenibile o no – avrebbe dovuto essere confermato il 12 gennaio. Poi, però, soprattutto per la levata di scudi dalla Germania, la decisione sulla certificazione del nucleare come fonte “green” è stata rimandata al momento al 21 gennaio – quindi dopo la chiusura di queste pagine e salvo ulteriori proroghe. Le parti in contrapposizione sono sempre le stesse: parlando dei “big”, a favore c’è la Francia, contraria la Germania. L’Italia per ora continua a non schierarsi apertamente. Non entriamo nel merito della questione, ma ci limitiamo a valutare quali possano essere gli impatti di un via libera ai titoli e agli strumenti finanziari legati al nucleare.
Sanzioni o accordi ?
Cosa succederebbe se BNY Mellon togliesse a Gazprom la possibilità di negoziare nel mercato americano il 17% di ADR e rivolgesse la propria attenzione verso “l’oro nucleare della fusione a freddo”, se Unicredit chiudesse i rapporti di conto corrente e se la Cina disdettasse gli accordi con l’Ucraina ?
Credo che nessuno abbia ipotizzato queste soluzioni.
La politica è ancillare all’economia di mercato oppure indirizza le scelte espansive che magnificano il benessere di ciascun cittadino di quello Stato?
L’Europa si è trovata a sopportare le politiche della NATO sulla Libia, sulla Siria, ed ora sulla Russia, oppure è coralmente concorde che in caso di conflitto chi decide per tutti è il Presidente degli Stati Uniti e i suoi consiglieri ?
Chiudo : l’economia di mercato è autolivellante verso il miglior rapporto qualità prezzo e verso la meritocrazia oppure è ancora utile imprimere alla storia una direzione di marcia con le armi se si può fare chiudendo i rubinetti del credito, del collocamento dei titoli, e delle forniture delle merci e dell’acquisto dei titoli del debito pubblico imponendo un rating invalidante ?
La spesa pubblica rimane un addendo dal prodotto interno ma dal reddito pro capite dell’ Ucraina e della Russia non traspare una tenore di vita tale da mostrare una politica illuminata volta a sussidiare il cittadino.
Lo Stato Comunista, il “compagno”, impoverito dal regime, per quale motivo non dovrebbe ambire ad un tenore di vita che vede soltanto in Europa e in America ?
Motivo per cui solo le sanzioni, centrate, potrebbero sollevare la rivolta popolare contro una guerra che nemmeno il partner Gazprom Cinese sembra condividere con atti sostanziali.
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