L‘intelligence si sta evolvendo rapidamente con nuove sfide e a queste nuove sfide serve una adeguata evoluzione del diritto, della politica e della finanza internazionale nel quadro sempre più affollato di satelliti in giro nella volta celeste, nella quale si trovano ormai anche molti ‘detriti’…
Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini
Antonio Uricchio, presidente dell’Anvur e rettore dell’Università “Aldo Moro” di Bari dal 2013 al 2019, ha tenuto una lezione su “Controlli ambientali e finanziari tra diritto, intelligence e satelliti”.
“L’uomo per molti secoli – ha esordito – ha subìto l’ambiente mentre oggi lo sta trasformando in modo sempre più rapido. Parallelamente, l’intelligence ha considerato per molto tempo solo gli aspetti militari legati alla guerra, mentre oggi rappresenta una strategia del futuro. Riuscire a definire la capacità di bio-intelligence, di geo-intelligence, di spatial intelligence significa ottenere informazioni dalla natura, dalla terra e dallo spazio che possono aiutare a gestire l’umanità nel presente e nel futuro”.
“L’intelligence – ribadisce – è l’attività di assunzione delle informazioni attraverso la raccolta, la catalogazione e l’analisi per offrire al decisore politico strumenti adeguati in modo da adottare la strategia più appropriata a fronteggiare tempestivamente le diverse emergenze che via via possono presentarsi.
Tra queste, i disastri climatici, l’innalzamento del livello dei mari, i rischi ambientali, lo smaltimento dei rifiuti, anche spaziali. Infatti è crescente la problematica degli space debris.
Come osserva Kessler, consulente della NASA, “la quantità di detriti aumenterà nei prossimi anni e le loro collisioni provocheranno molta altra spazzatura spaziale, fino al momento in cui la Terra sarà coperta da una densa coltre di detriti che potrebbe non consentire di svolgere ulteriori attività spaziali per molte generazioni future”.
“Tale fenomeno – ha proseguito – potrà essere contenuto solo con una corretta strategia della mitigazione che significa lanciare in orbita solo gli strumenti necessari, definendo le metodologie di recupero dei rifiuti spaziali anche attraverso un rientro controllato ed una regolazione condivisa”.
Uricchio ha continuato dicendo che “la tradizionale natura dell’intelligence è rappresentata dalla Humint, vale a dire dalla utilizzazione dei sensi (vista, tatto, udito), a cui si è aggiunta l’intelligence documentale e solo negli ultimi anni la cyber intelligence. Del tutto nuovi sono, invece, i settori dell’intelligence spaziale e della geo-intelligence in cui i dati rinvenienti dalla osservazione della terra dal nostro pianeta e dallo spazio atmosferico ed extra-atmosferico offrono risposte utile a prevenire consapevolmente i rischi del futuro. In particolare, va prestata molta attenzione all’impatto che possono avere sulla superficie terrestre rifiuti e materiali spaziali, come le meteoriti, le comete e anche i satelliti”.
“Le agenzie spaziali nazionali ed europee devono dialogare con le istituzioni che operano nel comparto dell’intelligence al fine di acquisire, offrire ed elaborare informazioni ambientali e satellitari nell’ottica di una evidenza scientifica, fermo restando le competenze politiche nell’assumere decisioni consapevoli e condivise
“Lo spazio – ha chiarito Uricchio – presenta rischi ma offre altresì straordinarie opportunità. La Blue Economy dello spazio ne è un esempio: secondo le stime della Morgan Stanley e della Merril Lynch, entro il 2040 l’economia dello spazio comporterà un aumento della ricchezza tra gli 1 ed i 2 miliardi di dollari.
Il Presidente dell’Anvur ha poi sottolineato che “lo spazio è fragile ed i rischi sono tanti, dettati soprattutto da una carente regolazione. Per essere più precisi non è vero che le norme giuridiche non esistano ma sono datate e soprattutto non tengono conto dell’evoluzione tecnologica e scientifica.
Sono, infatti, ancora in vigore le norme risalenti agli anni ’60 come il Trattato sullo spazio del 1967 che all’articolo 1 enuncia la libertà di esplorazione e ricerca dello spazio, senza prevedere condizioni e limiti. È di tutta evidenza come la libertà di esplorazione debba essere assicurata insieme alla promozione della cooperazione internazionale, della pace e della equa condivisione dei benefici. Occorre pertanto declinare la regolamentazione, impedendo che la forbice della disuguaglianza si dilati sempre più e sempre più velocemente.
Inoltre è necessario provvedere ad un censimento e dunque ad un’immatricolazione degli oggetti spaziali, ossia di “qualsiasi dispositivo artificiale o congegno costruito per essere collocato nello spazio o sui corpi celesti al fine di svolgere una funzione o un’attività spaziale” dando concreta applicazione alla Convenzione sull’immatricolazione degli oggetti lanciati nello spazio extra-atmosferico risalente al 1975 ma viene eluso dagli stati canaglia e dalle organizzazioni criminali che si servono dei satelliti non censiti per commettere attività illecite.
Uricchio ha concluso soffermandosi sull’importanza delle norme per regolamentare adeguatamente lo spazio ribadendo che sono fondamentali per prevenire e comporre eventuali conflitti spaziali, definendo il senso del limite.
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