Le relazioni tra il Marocco e l’Algeria: la questione del Sahara occidentale.

Le relazioni tra il Marocco e l’Algeria: la questione del Sahara occidentale.

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Un panorama della situazione attuale in quella parte dell’Africa settentrionale, mediterranea in parte, vicina ai confini ‘marittimi’ dell’Europa di cui nessuno parla al momento.

Il Direttore scientifico: Maria Gabriella Pasqualini

Le relazioni tra il Marocco e l’Algeria: la questione del Sahara occidentale, i rapporti con Israele e gli interessi economici condivisi.

A partire dallo scorso mese di luglio, abbiamo assistito ad un continuo deterioramento delle relazioni diplomatiche tra Marocco e l’Algeria. Le tensioni, tutt’ora in corso, hanno un’origine lontana e si possono far risalire a controversie storiche e confinarie ancora irrisolte, intrecciate con questioni geopolitiche regionali ed internazionali.

Queste controversie storiche e confinarie sono eredità del passato coloniale francese, che ha portato a un conflitto, la c.d. “guerra della sabbia” nei primi anni sessanta dello scorso secolo

Il Marocco ha sempre rivendicato un diritto storico, contrapposto alle rivendicazioni dell’Algeria che sosteneva la validità dei confini esistenti stabiliti dai francesi. Solo con la mediazione della Lega Araba e dell’Organizzazione dell’Unità Africana si è giunti ad un cessate il fuoco ma il contenzioso ha lasciato uno strascico nei rapporti tra i due Paesi.

La situazione si è scaldata di nuovo nel 1975 allorquando, a seguito del ritiro delle truppe coloniali spagnole, la regione del Sahara occidentale entrò nella sfera d’influenza marocchina.

In risposta, l’Algeria decise di sostenere il Fronte popolare per la liberazione di Saguia El Hamra e Oued Eddahab, noto come Fronte Polisario, per contrastare quella che considerava un’occupazione marocchina del Sahara.

Seguirono numerosi incidenti confinari tra i due Paesi sino a quando l’Algeria riconobbe ufficialmente la Repubblica Araba Democratica Saharawi.

La recente nuova interruzione delle relazioni internazionali tra i due Paesi riporta nuovamente indietro l’orologio della storia agli anni settanta, precisamente al 1976, anno in cui si verificò la prima rottura diplomatica.

Dagli anni settanta fino al 2017 i rapporti sono stati tesi, con un recente miglioramento a seguito del rientro del Marocco nell’unione Africana dopo lunghi anni di assenza.

Dal 2017 al 2020 si sono registrati timidi segnali d’apertura nuovamente bloccati a seguito dell’adozione, da parte del Parlamento marocchino, di due leggi per la definizione dei confini marittimi e per la costituzione di una zona economica esclusiva, che provocarono l’aperta indignazione algerina e del Fronte Polisario.

Nel novembre 2020 il Marocco è intervenuto militarmente a Guerguerat, la zona cuscinetto tra il Sahara occidentale e la Mauritania, in risposta a alcuni attacchi da parte del Fronte Polisario, appoggiato dall’Algeria.

E siamo arrivati all’ultimo atto dello scorso luglio quando l’Ambasciatore marocchino alle Nazioni Unite ha chiesto l’indipendenza della regione della Cabilia in territorio algerino, sostenendo, di fatto, il Movimento indipendentista della Cabilia.

L’Algeria, che considera tale movimento alla stregua di un’organizzazione terroristica, ha prontamente richiamato il proprio ambasciatore.

A ciò si aggiungono le tensioni legate ai contrapposti rapporti con lo Stato d’Israele, punto focale per la stabilità regionale mediorientale.

Il Marocco ha recentemente dato chiari segnali di avvicinamento a Israele, prova ne è la riluttanza a sostenere gli sforzi algerini nell’ostacolare l’adesione israeliana all’Unione Africana in qualità d’osservatore.

Così come significativa è stata la visita del Ministro degli Esteri israeliano lo scorso mese di agosto 2021 a Rabat. Altrettanto indicativa altresì, nel corso della stessa visita, la dichiarazione congiunta contro l’Algeria per il ruolo nella regione e per l’atteggiamento d’apertura all’Iran.

Fortunatamente da agosto ad oggi non s’è verificata una temuta escalation della tensione, anzi il tutto sembra essersi incanalato, tra alti e bassi, in una sorta di calma, seppur apparente. Un equilibrio precario che ha registrato uno scossone il 3 novembre u.s., allorquando un camion algerino, sulla rotta commerciale tra la città algerina Quargla e la capitale mauritana Nouakchott, ha subito un attentato che è costato la vita a tre cittadini algerini.

Una nota della Presidenza della Repubblica algerina ha insinuato un coinvolgimento delle forze marocchine nell’attentato, definito un “barbaro assassinio” ed un “attacco vile”.

Indicativo il fatto che, da luglio ad oggi, non si registri una presa di posizione dell’Unione Europea, considerando che molti dei Paesi membri, tra cui anche l’Italia, hanno notevoli interessi economici convergenti nei due Paesi, compresi quelli nel settore energetico. L’atteggiamento di attesa europeo è volto, probabilmente, a certificare una situazione di stallo non nuova ma che si trascina da decenni.

Cosa aspettarci nei mesi avvenire? Possibile un aumento della rivalità tra Algeria e Marocco, alla luce della normalizzazione dei rapporti israelo-marocchini che, di certo, non potranno avere un impatto positivo agli occhi degli algerini.

Sullo sfondo sempre la questione del Sahara occidentale con la posizione marocchina che la considera una questione interna, opposta alla visione algerina che la ritiene una questione internazionale da risolvere in sede ONU.

Rivalità e tensioni diplomatiche destinate dunque a riverberarsi ancora lungamente ma che difficilmente degenereranno in un conflitto vero e proprio.

L’agenda futura dei rapporti bilaterali sarà dettata dai molti interessi economici in comune, in primis la questione del gasdotto Euro-Maghreb che si estende dall’Algeria all’Europa attraverso il Marocco.

Come sempre succede, gli interessi comuni aiutano a trovare delle soluzioni che favoriscono la ricerca di una stabilità e di una relativa normalizzazione delle relazioni bilaterali, in attesa di un cambio di strategia da parte entrambi gli Stati e una soluzione definitiva delle questioni aperte.

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